Le numerose donazioni, ricevute dal monastero e le molte elemosine, però, debilitano la vita dei monaci disperdendo il regolare ed iniziale fervore. Ciò induce il santo ad abbandonare il cenobio per ricreare una comunità maggiormente ispirata alla prima forma di vita benedettina.
Porta con se solo il libro dell'Ufficio divino monastico e l'occorrente per la celebrazione della Messa.
Per rivivere la Regola dell'antica vigenza, nel 1098, insieme a Sant'Alberico ed a Santo Stefano Harding fonda a Citeaux - in latino Cistercium, dai cui i futuri religiosi prenderanno il nome - una comunità in cui rivivere la prima intuizione del monachesimo occidentale.
Il 21 marzo 1098 nasce così la Riforma cistercense.
Povertà, essenzialità e tanto altro entrano in questo progetto con rigore ed intransigenza.
La preghiera ed il lavoro sono i binari sui quali si svolge la vita dei monaci di Citeux e molte sono le vocazioni che arricchiscono la novella istituzione.
San Roberto eletto Abate, per ordine di Papa Urbano II ritorna a Molesme fortemente desiderato dai monaci che non avevano più una guida sicura.
Per riaverlo tra loro hanno scritto al Pontefice chiedendo di far ritornare, per obbedienza, colui che era stato il loro santo abate.
La famiglia cistercense è nata e Sant'Alberico e Stefano Harding rimangono alla guida della nuova riforma dei monaci bianchi che, con rigore ed amore, annunciano il Cristo vero e solo ideale del monachesimo di San Roberto. Spira il 21 aprile 1111, ottantatreenne.
Nel 1220 il Pontefice Onorio III lo canonizza.
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