Grottamare , martedì, 10. agosto, 2021 16:00 (ACI Stampa).
Il Vangelo racconta di un dottore della Legge che, per mettere alla prova Gesù, gli chiede come ottenere la vita eterna. Sa di dover amare Dio sopra ogni cosa e il suo prossimo come se stesso, ma si domanda chi sia quel ‘prossimo’. La risposta è conosciuta da tutti: ‘Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto…’.
Il titolo è intrigante: ‘Lo strano caso del buon samaritano. Il Vangelo per buoni, cattivi e buonisti’ ed il contenuto mantiene le promesse del titolo con continue provocazioni e giudizi mai scontati se l’autore è don Dino Pirri, parroco a Grottamare e sacerdote dal 1998; mentre su twitter ha oltre 41.000 follower.
Intrecciando la parola delle Scritture a quelle di Guccini, Gaber e Vasco Rossi, e affiancando il proprio percorso di credente a riflessioni sulla Chiesa e sulla vita quotidiana, don Dino guida a comprendere il senso profondo della parabola più rivoluzionaria dell’intero Vangelo, che va ben oltre l’esortazione a compiere buone azioni. Con l’ironia che l’hanno reso celebre sui social e in televisione, don Dino condivide la sua esperienza personale e ricorda che la fede è amore e gioia prima che leggi e comandamenti.
Allora, per quale motivo quello del buon Samaritano è uno strano caso?
“Quello del samaritano è uno strano caso, perché secondo una possibile interpretazione, potrebbe sembrare un semplice invito a comportarsi bene o a fare del bene, in senso moralistico. Ma Gesù si spinge oltre. Dio non è moralista, ma buono. Gesù racconta questa parabola per mostrarci come ama Dio. Come ci guarda, cosa sente, come agisce, quando si trova davanti una umanità poco amabile e quasi senza vita”.