Città del Vaticano , lunedì, 9. agosto, 2021 12:30 (ACI Stampa).
E’ conosciuta da tutti come Santa Teresa della Croce, mistica dell'Ordine delle Carmelitane Scalze, martire della Shoah, morta nel 1942 nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Nel 1998, San Giovanni Paolo II la proclamò santa e l'anno successivo la dichiarò patrona d'Europa.
Edith Stein, questo era il nome di Santa Teresa della Croce, prima di abbracciare l’ordine religioso del Carmelo. Donna di studio, donna coraggiosa, che avrebbe segnato le pagine della storia contemporanea anche se non fosse divenuta santa. Nella sua densa vita, ha avuto la possibilità di entrare in contatto con alcune delle più brillanti menti del Novecento come Edmund Husserl, Max Scheler, Martin Heidegger a Jacques Maritain.
Edith Stein era l’allieva e assistente prediletta del filosofo tedesco Husserl, a Friburgo. Da lui, assorbì il metodo di ricerca e di indagine filosofica. Edith, descriverà così il suo maestro: “Il suo modo di guidare lo sguardo sulle cose stesse e di educare a coglierle intellettualmente con assoluto rigore, a descriverle in maniera sobria, fedele e coscienziosa, ha liberato i suoi allievi da ogni arbitrio e da ogni fatuità nella conoscenza, portandoli a un atteggiamento cognitivo semplice, sottomesso all'oggetto e perciò umile”. La figura del filosofo tedesco per la Stein fu così fondamentale che contribuì - inconsciamente, forse - non solo alla sua formazione accademica, ma anche a quella della sua personalità.
L’opera filosofica più importante della Stein rimane “Essere finito ed Essere eterno”: un libro che rappresenta una sublime sintesi di filosofia e mistica. La sua ricerca è incentrata - soprattutto - sullo studio della condizione antropologica dell’uomo in riferimento all’Eternità. La visione metafisica della Stein, le pone alcune domande che rappresenteranno il punto d’inizio della sua ricerca di studiosa: “Che cos’è l’uomo?” e “Qual è la sua natura?”. “Quando noi parliamo di natura dell’uomo intendiamo l’essenza dell’uomo in quanto tale e in essa è incluso il fatto che egli è persona”, così scriverà Edith nel citato trattato. Questa sua attenzione all’uomo, alla “persona” diverrà - poi - l’incipit per approfondire la Persona (con la “P” maiuscola) Una e Trina: Dio.
Stein comprende attraverso l’approfondimento del pensiero cristiano che non si può cogliere la realtà autentica dell’essere umano senza prendere in considerazione l’Essere “primo” dal quale l’uomo stesso trae origine e vita. Inoltre, questo Essere si pone per ogni uomo come fine ultimo del suo agire e del suo esistere. Inevitabilmente, l’uomo diventa - così - egli stesso specchio di quell’Essere trinitario che è Dio. E, poiché l’anima dell’uomo è spirito, si innalza sopra se stessa nella sua vita spirituale. Questa, in estrema sintesi, la teoria espressa nell’importante volume “Essere finito ed Essere eterno” che rimane una pietra miliare del pensiero filosofico contemporaneo.