Padova , giovedì, 5. agosto, 2021 16:00 (ACI Stampa).
Un lungo tormento, ancora ore passate tra i dolori, con il corpo piagato e la mente rivolta verso l’alto, come sempre. Elena sa che ormai per lei su questa terra il tempo è finito, forse avrebbe voluto poter continuare a studiare, ad apprendere, a migliorare. Non per la gloria terrena, non davvero. A quella non ha mai tenuto, è sempre stato più che altro suo padre, la sua famiglia, altri, non lei.
Si ricorda bene del giorno in cui il suo destino è stato segnato. Il 25 giugno 1678, un sabato pomeriggio caldissimo, a Padova, con tutta la gente accalcata a vedere l’incredibile: una donna che si laurea, con una dissertazione in filosofia, presso la prestigiosa Università patavina. Non era stato facile arrivare a quel giorno: una dura battaglia su vari fronti, quella combattuta da Elena, contro un mondo fortemente maschilista e colmo di pregiudizi, ma anche le pressioni della sua stessa famiglia, del padre soprattutto, che intravvede in lei la possibilità di riscattarsi e a tratti rischia di trattarla un po’ da fenomeno.
Elena invece, ha sempre solo voluto studiare, ma nello stesso tempo ha sempre amato pregare, meditare. E’ diventata oblata benedettina, e le piace molto anche di mettere su carta i suoi pensieri. La sua vita familiare, poi, è sempre stata piuttosto complicata. Suo padre appartiene alla nobiltà veneziana, Giovan Battista Cornaro, ed Elena è la quinta di sette figli avuti con Zanetta Boni, donna di umili origini. I figli vengono tutti legittimati alla nascita. Certo che non è del tutto facile essere la figlia di un nobile e di una popolana, è come non essere mai completamente qualcuno, ti guardano con un certo sospetto o con disprezzo, sia i nobili, che il popolo. Non appartieni veramente a nessuno.
Eppure Elena trova presto la sua dimensione: lo studio e la meditazione. Impara rapidamente greco, latino, scienze, filosofia, ebraico, spagnolo e teologia. Il padre, dalla iniziale sorpresa e diffidenza, diventa un suo entusiasta sostenitore. Vede in lei una sorta di riscatto, come se rivolgendosi ai suoi detrattori, a chi critica la sua condotta di vita potesse dire: guardate che figlia ho tirato su, che genio, che portento. Cosa importa se è donna? Questi pregiudizi devono passare. Non siamo nell’epoca dei Lumi, non si sono ancora minimamente formate le idee che stravolgeranno il mondo di lì a poco meno di un secolo. Però qualcosa nell’aria sta cambiando, a Padova l’Università è sempre più il centro di una intensa vita di studi e di scoperte, Galileo Galilei ha vissuto a lungo qui ed ha lasciato un segno concreto della sua presenza.
Qualcosa di straordinario avviene dunque anche nella famiglia Piscopio Cornaro: Elena progredisce tanto negli studi, tanto il padre e i suoi numerosi ammiratori la sospingono in avanti che l’impossibile diventa possibile, che tutte le diffidenze e gli ostacoli cadono man mano e in quel fatidico giorno di giugno del 1678 Elena supera l’ostacolo, ottiene la laurea.