Città del Vaticano , lunedì, 16. agosto, 2021 10:00 (ACI Stampa).
Quando Papa Francesco uscì dalla Loggia delle Benedizioni, subito dopo l’elezione, non portava la mozzetta rossa, una mezza mantella degli ecclesiastici che copre solo le spalle. Si trattava, in qualche modo, di una rottura della tradizione. Perché i Papi vestono di bianco e di rosso da secoli, secondo un universo simbolico che si era affermato in epoca carolingia, e che poi era stato codificato intorno al 1400. In quella codifica, molto aveva fatto il periodo avignonese, da cui deriva, come abbiamo visto, anche una parte considerevole del cerimoniale così come è stato codificato.
L’uso della mozzetta non va separato dall’uso della stola papale. E il tutto si riconduce all’uso del bianco e rosso. Monsignor Stefano Sanchirico, già prelato di anticamera di Sua Santità, sottolinea che “l’uso dei colori bianco e rosso quali distintivi della dignità pontificia lasciano tra l’altro scorgere quel processo di imitatio imperii del vescovo di Roma, di cui il Constitum Constantini costituisce la giustificazione e la sanzione giuridica più evidente”.
In quel documento si sanciva il passaggio delle insegne imperiali dall’imperatore Costantino a Papa Silvestro. Le insegne erano il phrygium,, la clamis purpurea, cioè il mantello di porpora, e gli imperialia scectra, che già a partire dal IX secolo cominciano a svolgere un ruolo nei riti di insediamento del Papa.
E così, “la progressiva importanza che si darà al rito di intronizzazione e di coronazione – spiega monsignor Sanchirico – come pure il fatto che alcune elezioni avvenivano fuori Roma introdussero, accanto all’atto formale di adozione di un nuovo nome da parte del Papa, l’uso di ammantare, subito dopo l’elezione, con la cappa rubea, o purpurea, il neo eletto Papa”.
Il primo ad essere ammantato fu Leone IX, eletto a Worns, nel 1048, mentre la prima volta certa del rito a Roma avvenne con l’elezione di Gregorio VII nel 1073.