Cosa significa? Chiamando i cattolici "compagni di fede", il nunzio Pacelli criticava direttamente il punto 24 del programma del NSDAP, in cui Hitler sottolinea in sintesi di essere sopra la Chiesa cattolica e di essere sopra Dio. Ogni cattolico credente, infatti, sa che Dio è al di sopra di Hitler. E ciò è contrario al contenuto del punto 24, che il nunzio Pacelli criticherà per 12 volte nel suo discorso.
In più, il nunzio Pacelli utilizzando l’espressione "compagni di fede" criticava direttamente il punto 4 del programma del NSDAP nel quale Hitler definiva i “compagni del popolo” come gli unici tipi di concittadini che hanno il diritto di vivere nel suo regno. In breve. Pacelli pone ironicamente i cattolici come “compagni di fede” in contrasto ai “compagni del popolo” di Hitler.
Con l'uso della formula "capi esperti" (nel testo in tedesco Pacelli usa "Führern", capi, e non Führer, capo) Pacelli critica direttamente Hitler in modo duplice. Da un lato, dove Hitler si era proclamato "unico capo", "unico Führer", Pacelli fa notare che nella Chiesa cattolica ci sono “molti capi", minando così la credibilità di Hitler come “unico capo”. Dall'altro lato, il Nunzio Pacelli parla di "capi esperti" nella Chiesa cattolica e quindi critica Hitler come un capo "inesperto". Vale a dire: un pericolo per tutti, lo Stato, il paese, l'Europa e il mondo! È una critica molto forte, che il nunzio Pacelli reitera 30 volte nei suoi 40 discorsi pubblici in Germania.
Il punto 25 del programma del partito nazista sottolineava che “l’interesse generale prevale su quello particolare. Per realizzare tutto questo (programma) noi chiediamo la realizzazione di un potere centrale forte l’autorità assoluta del Comitato Centrale su tutto il territorio tedesco e i suoi organismi”.
Nel suo discorso, Pacelli prende fortemente le distanze da questo punto di vista. Dice: “Lo Stato è per noi il Paese amato, dove gli individui e le famiglie costruiscono la pace nelle loro case; lo Stato è chiamato ad assisterli nella creazione di una esistenza felice quaggiù, sotto tutti gli aspetti. Perciò il servizio cattolico al popolo e il servizio allo Stato è un comandamento di Dio, santo e incrollabile. Quando l’idea cattolica dello Stato rinnega assolutamente inesorabilmente la potenza dello Stato e l’arbitrarietà statale, e ricorda all’autorità statale i propri confini, posti da Dio, allora l’idea cattolica dello Stato racchiude due elementi fondamentali e vitali”.
Il punto 19 del programma del Partito Nazionalsocialista rivendicava la sostituzione del diritto romano con un diritto comune tedesco. Nel discorso, il nunzio Pacelli sottolineava invece che “in questo tempo di sviluppo decisivo, la mia aspirazione non può essere altro che liberare le vie e spianare la strada nelle attuali circostanze giuridiche, molto cambiate, per i valori e le forze creative, presenti nella nostra fede e nel nostro modo di vivere cattolico finalizzato alla costruzione degli Stati, alla guarigione e alla vera felicità dei popoli".
E ancora, al punto 20 del programma si leggeva che “affinché tutti i tedeschi abili e diligenti abbiano accesso all’istruzione superiore e così anche ai posti direttivi, lo Stato deve prendersi cura di una radicale ristrutturazione del sistema scolastico. I piani di studio di tutti gli istituti scolastici sono da adattare alle esigenze della vita pratica. Già dall’inizio dell’età della ragione, la scuola deve porsi lo scopo dell’acquisizione del senso dello Stato (educazione civica)”.
Pacelli non poteva essere d’accordo. “Voi – diceva – conoscete il pericolo minacciante, che si sta ammassando sul vostro popolo, come su quasi tutti gli Stati culturali. Pericoli che si mostrano quasi più oscuri e funesti di quelli che negli ultimi decenni hanno colpito i popoli. Io grido a voi: tenetevi pronti a compiere i vostri doveri verso la legge naturale e immutabile del Creatore, come ci insegna la Chiesa, e verso la società. Nella vostra fede sono inseriti i sacri fondamenti dai quali potete attingere la forza di adempiere i comandamenti di Dio per il ruolo naturale e soprannaturale della vita e della famiglia cristiana. Non dimenticatevi che questo è il vostro grande compito”.
Quella di Pacelli era una chiamata alla mobilitazione cristiana contro il nazismo che già si mostrava anticristiano e ammantato di paganesimo.
Tra l’altro, sin dal 1923, Pacelli aveva visto la Santa Sede attaccata dal partito nazionalsocialista. Si legge in una nota inviata da Pacelli al Cardinale Pietro Gasparri, segretario di Stato, che "… alcuni organi della stampa, così tedesco-nazionale come socialista, hanno attaccato in questi ultimi tempi la S. Sede, quasi che essa avesse partecipato a movimenti separatistici in Baviera. Il giornale cattolico Bayerischer Kurier N. 86 del 27 corrente [marzo] ha respinto energicamente le stolte accuse ed io, da mia parte, non ho mancato, per ogni buon fine, di dare a questo Governo qualche informazione verbale e riservata 1) correttissima tenuta dalla S. Sede medesima in occasione della visita (di cui il Governo stesso aveva già avuto sentore) del suddetto Prof. Fuchs a Mons. Nunzio Apostolico in Parigi”.
Complessivamente il nunzio Pacelli dal 14 novembre 1923 fino al 12 dicembre 1929, il suo ultimo giorno di permanenza in Germania, fece 326 contestazioni contro Hitler e il programma del NSDAP nei suoi 40 discorsi, 8 documenti e un articolo.
In più Pacelli aveva osservato nei dettagli lo sviluppo di ogni partito in Germania, per valutare le possibilità che questi partiti votassero in favore del concordato che la Santa Sede voleva concludere con la Baviera. In questa sua analisi, l’esistenza del NSDAP veniva alla sua attenzione già nel 1922, inizialmente considerati come una sorta di fascisti guidati da Hitler.
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Comprendendo che l’ideologia del nuovo partito era pericolosa per la società e per la Chiesa Cattolica, il nunzio Pacelli reagiva molto velocemente, con interventi nel giro di poche settimane, ai nuovi sviluppi di Hitler e alle azioni dello stesso Hitler dal 1924 al 1929: ci sono almeno 20 esempi che documentano questo attivismo anti-nazista di Pacelli.
Altro che il Papa di Hitler. Pacelli fu ai ferri corti con il partito nazista sin dall’inizio della sua ascesa.
(3 – continua)