Città del Vaticano , giovedì, 15. luglio, 2021 13:00 (ACI Stampa).
È un rapporto che ci tiene a marcare una discontinuità con il passato, a partire dal nome dell’Autorità (prima si chiamava Autorità di Informazione Finanziaria, ora Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria) fino ad arrivare alla grafica. Ed è un rapporto che vuole sottolineare i risultati raggiunti dalla nuova direzione, a partire dal Rapporto Moneyval sui progressi, che viene definito in termini molto positivi nonostante la Santa Sede abbia ricevuto solo valutazioni intermedie, e sei su 11 di quelle valutazione pendevano piuttosto verso il lato dei giudizi negativi che da quelli positivi.
È il nuovo corso della finanza vaticana, che pure si basa sulle solide basi poste dalla precedente amministrazione. Al di là delle nuove normative vaticane sugli appalti e del nuovo ordinamento giudiziario, le modalità di rapporti di transazioni sospette e la cornice giuridica erano state già delineate, con normative che risalgono tutte agli anni precedenti e che hanno permesso alla Santa Sede di mettere su un sistema che funziona, che è apprezzato a livello internazionale e che comunque è aderente alla peculiarità dello Stato. Non devono sorprendere, dunque, le perplessità internazionali sulla citazione in giudizio dell’ex presidente e direttore dell’Autorità nell’ambito del processo di Sloane Avenue, anche perché le indagini hanno messo a rischio la stessa cooperazione internazionale.
La sintesi fornita dalla Sala Stampa della Santa Sede mette in luce come “a gennaio avveniva il rientro nel circuito di scambio informativo del gruppo Egmont”. Ma il fatto che l’AIF fosse stata esclusa dal circuito riguardava proprio i rischi connessi alla cooperazione internazionale e all’acquisizione da parte della magistratura vaticana di materiale di intelligence appartenenti ad altri Stati.
L’Autorità ci tiene a sottolineare l’insediamento della nuova direzione, l’accrescimento dell’organico da 9 a 13 unità, il nuovo statuto che però, di fatto, ha rappresentato un passo indietro, con il ritorno ad un presidente esecutivo – anche se la sintesi della Sala Stampa mette in luce solo che la struttura prevedeva la separazione del “precedente Ufficio Vigilanza e Regolamentazione nell’Ufficio Vigilanza e nel nuovo Ufficio Regolamentazione e Affari Legali”.
Un grande spazio è dato alla valutazione di MONEYVAL, addirittura fatta menzionare nell’ultimo comunicato del Consiglio dei Cardinali, e nonostante, di tutti rapporti sui progressi di MONEYVAL su Santa Sede / Stato di Città del Vaticano, quello fosse stato quello con i risultati meno eclatanti. Addirittura, si fa notare che l’ASIF, durante la plenaria MONEYVAL, “ha svolto un importante ruolo di coordinamento, anche in considerazione della nomina del suo Presidente a capo della delegazione vaticana”. Mai era stato sottolineato un dato di questo tipo.