Roma , mercoledì, 14. luglio, 2021 15:00 (ACI Stampa).
La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) conferma la liberazione di Don Leon Douyon, sacerdote cattolico di Ségué nella regione di Mopti in Mali, avvenuta ieri pomeriggio martedì 13 luglio. In un messaggio ricevuto da ACS Mons. Jean-Baptiste Tiama, vescovo di Mopti, ha espresso la sua gioia per la notizia: "Il nostro fratello Léon Douyon era separato, lontano da noi. Oggi pomeriggio è tornato fra noi e ne siamo molto contenti".
Don Leon è stato rapito il 21 giugno insieme a quattro fedeli sulla strada che da Ségué porta a San, mentre si recavano a un funerale. Quattro degli ostaggi sono stati rilasciati dopo poche ore, ma il sacerdote è stato trattenuto dai jihadisti.
Mons. Tiama ha ringraziato "tutti i conoscenti e gli sconosciuti che hanno contribuito alla sua liberazione". Padre Léon è stato rilasciato nei pressi di Bandiagara, dove attualmente riposa prima di tornare a Mopti, ha riferito il vescovo. Il presule ha anche chiesto a ciascun sacerdote della diocesi di celebrare una Messa di ringraziamento per il ritorno del confratello. I fedeli di Ségué, dopo aver appreso la notizia, si sono subito radunati per rallegrarsi della sua liberazione.
Dal 2012 gruppi jihadisti legati ad al-Qaeda e al sedicente Stato Islamico effettuano rapimenti per ottenere fondi o esercitare pressioni politiche. Questi gruppi includono Jamaat Nusrat al-Islam wal Muslimeen (JNIM) and the Islamic State of the Greater Sahara (ISGS).
Oltre a un aumento dell'attività jihadista, con una chiara componente religiosa finalizzata a imporre la sharia e a diffondere l’estremismo islamico tra la popolazione, nella regione di Mopti si registrano gravi conflitti tra etnie e comunità. Tali conflitti, in gran parte incentrati sulla proprietà della terra e delle risorse, si instaurano tra i Fulani, principalmente musulmani, i Dogon, che praticano prevalentemente religioni etniche, e alcuni cristiani.