Città del Vaticano , venerdì, 9. luglio, 2021 10:00 (ACI Stampa).
Da quando la nuova basilica di San Pietro e la piazza diventano una realtà sembra che tutti tentino di abbattere la “Spina”, anzi di “cavare la spina a San Pietro”.
Una prima parte viene demolita già ai tempi di Papa Alessandro VII per lasciare aria a Piazza San Pietro. E’ l’edificio del Priorato dei cavalieri di Rodi. Darà vita a Piazza Rusticucci, l’anticamera della piazza della basilica.
Ai tempi di Alessandro VII Roma aveva circa cento mila abitanti. La zona del Vaticano con la basilica erano uno dei centri più vitali e simbolici della città. E il grande architetto Bernini ci lavora su.
Per lui è chiaro che il colonnato va “chiuso” con un terzo braccio che divida la piazza della basilica da piazza Rusticucci. Per l’architetto era chiaro che la Spina non era in simmetria il colonnato, e che forse non sarebbe nemmeno bastato abbatterla. Quindi meglio chiudere la piazza.
Da fine ‘600 arrivano sul tavolo dei pontefici le proposte più diverse. Da Carlo Fontana che pensa ad un terza piazza e anche ad uno “stradone” per rettificare Borgo, e poi il terzo braccio secondo Alessandro Specchi, fino a Cosimo Morelli che a fine ‘700 riprende l’idea ancora una volta l’idea della demolizione per lasciare aperta la visione della cupola. Ai primi dell’800 arriva l’idea di sostituire la Spina con un viale alberato. Al 1870 quando gli italiani entrano a Roma e il Papa si rinchiude in Vaticano la situazione è poco diversa da quelle di epoca berniniana.