Un certo periodo di decadenza il Borgo, ormai si chiama così con una parola di origine germanica, lo vive nella cattività avignonese dei Papi.
Ma al rientro a Roma i pontefici iniziano un serio progetto di riqualificazione della zona cresciuta un modo abbastanza caotico. Si è alla fine del 1400. L’Italia è il cuore della bellezza rinascimentale. Bonifacio IX restaura Castel Sant’ Angelo e la piazza davanti alla Basilica. Martino V e Nicolò V trasferiscono la residenza pontificia in Vaticano.
E’ proprio Nicolò V che fa rinascere Borgo con uno dei primi piani urbanistici moderni di Roma sotto la guida di Leon Battista Alberti. Una città rifondata la città leonina e il Borgo, con l’idea di un tridente di strade per collegare Castel Sant’ Angelo alla Basilica, al Palazzo dei Canonici e alla residenza papale. Un piano che rimane in gran parte non realizzato ma che apre la strada al lavoro di Sisto V. Fu questo grande pontefice di fatto a prendere anche l’amministrazione del Borgo che era amministrativamente indipendente da Roma.
Il rinascimento investe anche il Vaticano medioevale. In una medaglia di Papa Nicolò V la Felix roma è una navicella simbolo della Navicella della Chiesa e dell’ arca di Noè. Roma si spostava verso la riva destra del Tevere. La basilica vaticana sostituiva nelle funzioni San Giovanni e il Papa cercava di costruire una città moderna.
Il Borgo, agglomerato cosmopolita, andava ripensato come struttura a servizio della corte papale.
Fu Alessandro VI a fortificare ancora una volta Castel Sant’ Angelo e i palazzi vaticani per rispondere alle esigenze del suo pontificato.
Ma c’è un’altra esigenza cui far fronte, il giubileo del 1500. Quello precedente era stato funestato da ingorghi stradali. Si anche all’epoca il problema del traffico dei pellegrini era significativo.
Il 26 novembre del 1498 il Papa affida al cardinale Raffaele Riario il compito di risolvere la questione della viabilità. Fu lui a portare a Roma Michelangelo sembra. E fu lui a costruire la Via Alessandrina. Un collegamento non tanto processionale tra il ponte Elio e la basilica ma piuttosto una collegamento tra il castello e il palazzo del Papa, simmetrico al Passetto di Borgo che ormai era una realtà da alcuni secoli. Nell’aprile del 1499 il piccone del cardinale inizia le demolizioni.
Il dibattito tra gli architetti è acceso anche allora come per Via della Conciliazione, ma è il Papa che decide. Tutto è pronto per il Giubileo, il Papa fa costruire una porta santa in fretta e furia per far vedere ai pellegrini la Cappella della Veronica, segno che San Pietro di fatto era il luogo più importante rispetto a San Giovanni. La Basilica è ancora quella costantiniana ed è decisamente mal messa. Ma la strada nuova apre anche nuove possibilità. A metà del percorso c’è ancora la Meta Romuli un mausoleo piramidale di epoca romana. Era stasa saccheggiata per costruire la Basilica, ma forse la via Alessandrina avrebbe potuto dargli nuovo lustro creando lo stile classicheggiante. Inizia la fase classica del quartiere. A proseguire il lavoro sarà Giulio II che apre cantieri in tutta la zona. Il più importante è quello della nuova basilica vaticana.
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