Casarsa della Delizia , venerdì, 2. luglio, 2021 15:27 (ACI Stampa).
Moltiplicati all’infinito gli archi disegnano uno spazio che si dilata nell’anima, sollevata verso l’alto. Dentro il bianco e nero della fotografia il visitatore ritrova il mistero e il fascino di Cordoba e la sua moschea-cattedrale. Il labirinto-foresta di archi, pietra, linee in cui lo sguardo si trasforma profondamente in preghiera. Il viaggio tra le immagini è cominciato e sarà lungo, intenso, unico.
Nella nuova mostra allestita con le fotografie di Elio Ciol, dal titolo “Respiri di viaggio”, gli scenari si susseguono tessendo fili invisibili che attraversano i continenti, i paesaggi, i volti, le storie. Siamo all’interno della mostra, allestita a Casarsa della Delizia, in Friuli, in una bella sala messa a disposizione dal Comune. Fuori, nelle ore infuocate di una giornata estiva, si addensano le ombre di case, campi, cieli attraversati da nuvole veloci, e in questa cornice mobile sembrano muoversi anche le immagini di mondi lontanissimi eppure così familiari, rese tangibili attraverso la lente di Ciol.
Abbiamo il privilegio di visitarla insieme all’autore e di suo figlio Stefano, anch’egli valente fotografo. Elio Ciol è uno straordinario signore di 91 anni, essendo nato a Casarsa il 3 marzo 1929, che sembra aver annullato il concetto di tempo che passa e di invecchiamento. Ha alle spalle una carriera costellata di opere importanti, riconoscimenti, successi: basterebbe pensare che le sue immagini hanno illustrato 218 libri ed è autore di numerosi libri fotografici che sono stati tradotti in tante lingue diverse. Eppure possiede la semplicità e la curiosità di chi continua a stupirsi dinanzi ai miracoli della creazione. “Ho sempre tentato di scrivere con la luce, come si vede anche in queste foto, in cui ho cercato di catturare l’anima e la bellezza profonde dei tanti luoghi che ho avuto la fortuna di poter vedere di persona, con la gioia di poter portare a casa e mostrare agli amici e a chi verrà ora a visitare la mostra, quello che io ho visto, sentito, “catturato”” ci spiega, mentre guardiamo avvinti le foto che ci parlano di luoghi favolosi e archetipi: l’Alhambra in Spagna e l’Andalusia, la Mongolia, la Grande Muraglia cinese, l’Uzbekistan e l’India…La poesia di Ciol è evidente anche in questi paesaggi così famosi e conosciuti, ritratti però da angolature diverse, che rivelano tratti nuovi, inediti.
D’altronde, nei suoi lavori è evidente la straordinaria capacità di lavorare con la luce e la padronanza nell’uso della tecnica fotografica, tanto da far sembrare molte delle sue foto delle incisioni realizzate a mano o delle litografie. Questo tratto affiora in modo spettacolare, ad esempio, in una foto che ritrae la Sfinge di Giza: un’immagine iconica, vista milioni di volte. Eppure, nell’interpretazione di Ciol, si trasfigura, diventa onirica, quasi fosse incisa, intagliata, non fotografata. Diventa enorme, rispetto alla piramide che appare in lontananza, ridotta nelle dimensioni: “Io l’ho fotografata da un’angolazione particolare, ma poi, sviluppandola, ho pensato che davvero, nel mio occhio e nella mia mente, la Sfinge era immensa, incombente, misteriosa come una figura che potresti aver visto in sogno”, spiega l’artista.
E’ proprio della sua tecnica, talvolta intervenire sulla fotografia avvalendosi di tecniche manuali, allo scopo esclusivo di sottolineare dei dettagli e incarnare così l’idea fulminante, la scintilla della prima intuizione, il gesto della creazione artistica che nel clic imita, in un certo senso, la pennellata. Ricordiamo che tra le attività di Elio Ciol un posto centrale è occupato dalla creazione di un archivio fotografico di opere d’arte italiana, mentre molte delle sue opere si trovano nelle collezioni di importantissimi musei e gallerie internazionali, compresi i Musei Vaticani.