Città del Vaticano , venerdì, 16. ottobre, 2015 12:50 (ACI Stampa).
Le reliquie dei coniugi Martin, genitori di Santa Teresina di Lisieux, saranno portate dai due bambini che devono la vita ad un miracolo nato dalla loro intercessione. In un piccolo reliquiario, i due pezzetti di costola dei coniugi saranno portati sull’altare, mentre Papa Francesco li proclamerà santi in una Messa nel cuore del Sinodo dei vescovi. Per dare alla famiglia di cui si discute tanto al Sinodo in questi giorni un esempio luminoso.
Perché Louis e Zelia Martin sono vissuti nella santità. Hanno dato vita ad una famiglia santa. La più famosa è Santa Teresina di Lisieux, la figlia minore, che pure conobbe molto poco Zelia, la madre, che morì quando lei aveva 4 anni. Ma anche per Leonie, la figlia con il carattere più vivo, si è aperta la causa di beatificazione. E tutti gli altri figli (erano nove, ma solo 5 sono arrivati all’età adulta) hanno scelto la via religiosa.
Le notizie sulla Messa di canonizzazione e sull’importanza dei coniugi Martin vengono fornite in un briefing in Sala Stampa vaticana.
Sono i primi coniugi canonizzati insieme, perché – spiega Padre Gambalunga, postulatore della causa di canonizzazione – “fu Paolo VI nel 1971 a volere unificare la loro causa.” E padre Antonio Sangalli, vicepostulatore, ci tiene a porre l’accento sulla normalità della vita dei coniugi Martin. Ma anche della normalità della loro causa di canonizzazione. “Quando a Giovanni Paolo II venne chiesto perché non li canonizzava, rispose scherzando: perché non fanno miracoli.”
È stato proprio padre Sangalli, per caso, a propiziare il primo miracolo che ha portato nel 2008 alla beatificazione dei coniugi. “Nel 2002, una coppia di sposi, Valter e Adele Schilirò, ebbero un bambino con una malformazione polmonare. Mi chiesero di somministrare il battesimo perché il medici non davano loro speranze di vita. Mi trovai per caso davanti alla foto di Luigi e Zelia con la preghiera per la beatificazione. Ero di fronte a una mamma e un papà che perdevano il quinto figlio e che avevano inoltre un figlio in affido. Consegnai loro questa immaginetta e un mese dopo il bambino guarì. La guarigione fu giudicata inspiegabile.”