Macerata , venerdì, 25. giugno, 2021 16:00 (ACI Stampa).
“In questo tempo di Chiesa così tribolato ed anche spaventato, la grande tentazione è di contare solo sulle nostre forze e perciò, al massimo, di sperare di sopravvivere al Covid19. Una speranza così piccola però potrebbe ammalare non solo i singoli, ma anche la nostra intera Chiesa diocesana”: così inizia la nuova lettera pastorale di mons. Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata, intitolata ‘Per una Chiesa viva e non sopravvissuta’, incentrata sulla speranza cristiana.
L’invito del vescovo di Macerata è quello di risorgere a ‘vita eterna’; quindi anche la Chiesa ha il compito di essere fedele al Vangelo: “Risorgere dalla pandemia è perciò passare ad una vita di Chiesa rinnovata e più piena, più aderente al Vangelo, più capace di dialogare col mondo di oggi e di essere per tutti una proposta significativa ed attraente di vita buona.
Per mons. Marconi la pastorale si deve concentrare su tre parole essenziali, quali fede, speranza e carità.
La diocesi ha intrapreso un percorso per vivere le tre virtù teologali: “Parlare di Evangelizzazione, Preghiera e Testimonianza come i tre obiettivi della Pastorale fondamentale è allargare lo sguardo, pensare un po' più in grande di quanto fatto finora. In un tempo difficile, in cui la Chiesa appare a volte spaventata dalla novità, il rischio è di fare come la tartaruga: quando ha paura si ferma e si rinchiude nel suo guscio. Il rischio è di rinchiuderci a pensare subito e solo alle cose che già sappiamo fare”.
Per questo il vescovo invita ad un nuovo modo di evangelizzazione: “E’ tempo perciò di ripensare l’evangelizzazione e non semplicemente la catechesi, rivolta a tutti i livelli sociali e proiettata verso tutte le età della vita. Così è tempo di riflettere su come rilanciare la preghiera nelle sue tante forme, da quella liturgica a quella personale e meditativa. Infine è ora di valutare in modo nuovo il tema della Testimonianza del Vangelo che la Chiesa offre al mondo, attraverso uno stile di vita nuovo, animato dalla carità in ogni relazione”.