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L'amore al centro della riflessione del vescovo di Haiti al Sinodo

Sinodo dei vescovi | Preghiera dell'Ora Terza al Sinodo dei vescovi | Daniel Ibanez / ACI Group Sinodo dei vescovi | Preghiera dell'Ora Terza al Sinodo dei vescovi | Daniel Ibanez / ACI Group

È l’amore il centro della riflessione dell’Ora Terza, questa mattina affidata al vescovo Yves-Marie Pean, vescovo di Les Gonaives (Haiti). Il quale parte dall’amore per il prossimo e l’amore per il nemico, una delle caratteristiche speciali dei cristiani. E sottolinea che “in questo momento di grazia del Sinodo della famiglia, noi pastori siamo incoraggiati a proclamare il Vangelo della famiglia edificato sull’amore.”

I pastori sono chiamati “ad accompagnare le coppie e ad educarle all’amore, alla compassione, alla bontà e alla misericordia in modo che anche loro diventino riproduttori di amore, di bontà e di misericordia.” Una educazione “che non va fatta a partire dalla teoria, ma di una pratica nei piccoli dettagli della vita quotidiana.”

Il vescovo fa l’esempio di Santa Teresa del Bambino Gesù, che ha scoperto il primato assoluto della carità. Di San Paolo, che nella lettera ai Romani sottolinea che la carità è “la prima di tutte le virtù morali cristiane.” E afferma che la pienezza della legge è la pratica della carità, la quale – afferma “si manifesta nelle opere (…) per noi cristiani, l’amore si deve mettere nelle opere più che nelle parole. E in effetti, la carità delle opera dà una forza incomparabile alla carità delle parole, dei discorsi, delle teorie”.

Per questo, la carità deve essere servizio necessario della cultura, della politica della famiglia, e anche le “famiglia cristiane sono chiamate a non ripiegarsi nei loro interessi meschini ed egoisti, ma a vivere di amore, di condivisione, di generosità e solidarietà”.

“Possano le famiglie – conclude il vescovo Pean – lavorare all’emergenza di una nuova società trasformata dal Vangelo, da una cultura cristiana d’amore, di bontà, di compassione e di misericordia, di nuove strutture sociali, politiche ed economiche che possano favorire l’integrazione dei poveri, dei senza voce, delle persone anziane che vivono in solitudine”.

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