Washington , sabato, 19. giugno, 2021 11:00 (ACI Stampa).
Alla fine, la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti ha deciso che discuterà e approverà a novembre una “dichiarazione formale sul significato dell’Eucarestia nella vita della Chiesa, che include nella terza parte una sezione sulla “coerenza eucaristica” sui politici cattolici. Ed è questa la sezione più discussa, perché va a toccare un tema caldissimo: se dare pubblicamente la comunione a politici che si professano cattolici, ma che poi politicamente sostengono battaglie contrarie alla dottrina della fede, come una apertura alla libertà di scelta nel caso dell’aborto.
Non è il solo documento approvato dall’assemblea dei vescovi USA, che, sotto la guida dell’arcivescovo José Gomez di Los Angeles, hanno dato il via anche ad una serie di altre pubblicazioni che servono a riaffermare la dottrina della Chiesa. Così, i vescovi hanno anche votato per approvare la bozza delle linee guida pastorali su matrimonio, famiglia e vita, intitolato Chiamati alla Gioia dell’Amore. E poi si è approvata al proposta di fare una bozza per linee guida pastorali su gioventù e giovani adulti; e perfino una futura dichiarazione sulla visione globale per il ministero dei Nativi Americani e dei Nativi dell’Alaska.
Di tutti questi testi, il testo sull’Eucarestia è stato quello più dibattuto, con 168 voti a favore, 55 contro e 6 astenuti. Eppure si è visto anche un cambiamento di fronte interessante in quel voto. Erano in 66 che, prima di arrivare in assemblea, avevano chiesto di rinviare almeno il dibattito, considerando la lettera della Congregazione della Dottrina della Fede che richiamava alla decisione di creare unità, e non contrapposizione. Ma quel gruppo ha poi votato a favore del testo, segno che si tratta di un dibattito sentito, e che la proposta di rinviare il dibattito era strategica, più che formale.
Di certo, le discussioni non sono mancate. Tra i più attivi nel contrastare il documento sulla coerenza eucaristica, i Cardinali Blaise Cupich e Joseph Tobin, con il primo che ha anche lamentato l’assenza di ogni riferimento al Capitolo VIII di Amoris Laetitia nel documento sulla pastorale del matrimonio e della famiglia.
Più che una vera e propria spaccatura, ci si è trovati di fronte a un dibattito accesso, che non ha risparmiato nemmeno la discussione sull’ordine del giorno, in genere pro-forma e questa volta durata circa un’ora. Si arrivava all’Assemblea anche con il “giallo” della possibile presenza del presidente Joe Biden in Vaticano, un fuori programma che doveva portare ad una visita esclusivamente privata, senza il coinvolgimento della Segreteria di Stato, e che si è fermato solo quando si è proposta anche l’eventualità che il presidente partecipasse alla Messa a Santa Marta – una evenienza ad alto rischio di strumentalizzazione. Ci si era fermati ai colloqui preliminari, senza dare seguito a nulla, ma di certo anche questa iniziativa ha pesato.