Città del Vaticano , lunedì, 7. giugno, 2021 10:00 (ACI Stampa).
“La sofferenza del nostro fratello Patriarca si è così intrecciata con quella secolare del suo popolo, ed insieme con quella della nativa Siria e del Libano, tanto piagati da guerre, violenze, instabilità e ultimamente dalla pandemia”.
Lo ha detto il cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, nella Divina Liturgia in rito Armeno in suffragio di S.B. Gregorio Pietro XX Ghabroyan, Patriarca di Cilicia degli Armeni celebrata nella Cappella delle Suore Armene dell’Immacolata Concezione a Roma, lo scorso 5 giugno.
Ad una settimana dalla celebrazione esequiale in Libano e “nella memoria liturgica, - ha detto il cardinale- nel calendario armeno, dell’uscita dal pozzo, della liberazione cioè di San Gregorio l’Illuminatore dopo i tredici anni di prigionia in cui lo aveva tenuto rinchiuso il re Tiridate: sappiamo bene come quell’evento fu preludio del battesimo del re e con lui di tutta l’Armenia, prima nazione cristiana”.
Per Sandri il Patriarca Ghabroyan “è stato capace di essere questa freccia puntata verso Cristo nella vita personale di ciascuno: attraverso un gesto, un esempio, una parola di incoraggiamento o di correzione, una domanda, o magari affidandoci un ministero o un servizio nella Chiesa”.
Ha poi offerto un ricordo personale: “la determinazione che mi comunicò nel voler far conoscere il pensiero e l’opera di San Gregorio di Narek: se il suo predecessore di venerata memoria S.B. Nerses Bedros XIX aveva partecipato alla proclamazione a Dottore della Chiesa, il Patriarca Ghabroyan non ha risparmiato nel distribuire, almeno nell’edizione francese, i testi del vostro e nostro grande santo.