Como , sabato, 5. giugno, 2021 10:00 (ACI Stampa).
Una nuova beata nella Chiesa italiana ed è festa per la diocesi di Como. Domani pomeriggio, allo stadio della città, il prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, il card. Marcello Semeraro, eleverà agli onori degli altari, sr. Maria Laura Mainetti delle Figlie della Croce uccisa da tre ragazze il 6 giugno di 21 anni fa.
Una morte che sconvolse allora l’intera città di Chiavenna,
dove viveva e l’intera Italia. E oggi ancora viva. Le sue consorelle ne furono subito convinte che sarebbe arrivato questo momento. Da quella sera non hanno voluto toccare nulla nella sua stanza dove è, come allora, tutto in ordine, essenziale. Ovunque ci sono libri e opuscoli che parlano di
giovani, ragazzi, adolescenti, poi i breviari e alcuni ritagli di giornale e un biglietto “portiamo il bel nome di Figlie della Croce”.
Di suor Maria Laura “mi ha colpito la sua capacità di dono; questo suo volersi donare all’altro senza misura; come diceva lei, essere ‘mangiata’, essere eucaristia per l’altro, darsi senza misura vedendo Gesù nell’altro, anche nel fratello importuno e nello stesso tempo essere tanto trasparenti che il fratello veda Gesù in noi”, dice oggi la postulatrice della causa di beatificazione, Francesca Consolini, in un lungo articolo pubblicato su “il Settimanale” della diocesi di Como: “in quest’ottica di amore si comprende il suo martirio; solo così si può capire il suo non tirarsi indietro di fronte ad una richiesta di aiuto. La vicenda materiale della sua morte può portare a riflettere sul vuoto che molti giovani oggi hanno nel cuore, sull’ assenza di ideali e di luce; tutto questo ci riporta
all’amore che suor Maria Laura aveva per i giovani, la ragione della sua vita, perché li sentiva fragili, condizionabili dalla società di oggi che offre certezze fragili e ideali labili”.
Il supplemento speciale al giornale diocesano si apre con un editoriale del direttore don Angelo Riva che descrive la religiosa “una piccola donna umile e fragile, ma piena di Dio. Di quelle che, quando Dio le trova, solleva il mondo sui suoi cardini e lo ribalta. Cioè lo rimette dritto, perché si era stortato. È un ponte tutto particolare, questa piccola donna. Un ponte che non ha assi, eppure in tanti ci hanno camminato e ci cammineranno sopra. Un ponte che non ha funi, eppure ci allaccia insieme in un legame che ci rende saldi. Soprattutto, è un ponte lanciato sopra l’abisso: e ce lo fa attraversare, aggrappati al cielo”.
Tante le testimonianze che si possono raccogliere in queste ore di vigilia con i tanti che stanno arrivando per essere presenti alla beatificazione. “La storia di sr. Laura mi ha sempre affascinato. Non potevo mancare a questo momento. Una storia drammatica ma bella perché, nel momento della morte, ha avuto la forza e il coraggio di perdonare chi la stava uccidendo”, dice Angela. Suor Maria Laura fu un’insegnante, un’educatrice di molti giovani e studentesse e punto di riferimento spirituale per tante persone, ricorda il card. Semeraro al “Settimanale”. ù