Como , venerdì, 4. giugno, 2021 17:00 (ACI Stampa).
Chiavenna e l’intera diocesi di Como è in fermento in queste ore. Domenica prossima, 6 giugno, è prevista la beatificazione di Teresina Elsa Mainetti, la religiosa delle Figlie della Croce, uccisa barbaramente, il 6 giugno di 21 anni fa a Chiavenna da tre ragazze al termine di un rito satanico.
Per la cerimonia – alla quale parteciperanno 2500 fedeli (un numero limitato a causa delle normative vigenti per la pandemia, ndr) – è atteso il card. Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione per la Causa dei Santi. Con lui il vescovo di Como, Oscar Cantoni e altri vescovi
della regione.
La data scelta per la beatificazione è proprio l’anniversario del martirio riconosciuto da papa Francesco il 19 giugno 2020 poichè compiuto “in odio alla fede”. Quella sera del 6 giugno del 2000 la religiosa esce dal convento da sola per correre da una ragazza che aveva telefonato e aveva
detto di essere stata violentata chiedendo aiuto. Era un inganno. “L’ho ingannata tirandola in una trappola e l’ho uccisa mentre lei ci perdonava. In lei trovo conforto e la grazia di sopportare tutto.
La prego e sono sicura che mi aiuterà a diventare una persona migliore”, ha detto una delle ragazze allora minorenne. Proprio lo scorso anno, il 6 giugno, il vescovo di Como, celebrando nella Collegiata di San Lorenzo in Chiavenna, in occasione del XX° anniversario della morte della religiosa, ha detto che “nel firmamento di Dio da vent’anni brilla una stella e questa stella ha un nome e una storia: sr. Laura Mainetti” aggiungendo che sr. Laura “ha vissuto accanto a noi, ha percorso le nostre strade: appartiene alla schiera di coloro che papa Francesco definisce i Santi della porta accanto.
Lei è testimone di amore verso i più semplici e fragili, aveva una tenerezza spontanea che le nasceva dalla consapevolezza di sentirsi amata da Gesù… tanto da provare il medesimo suo amore: per
questo è morta perdonando chi la stava uccidendo…”. E in un testo il vescovo evidenziava che “vent’anni ci separano dalla sua drammatica morte, eppure il suo sguardo pieno di tenerezza nei confronti di tutti, il suo desiderio di testimoniare l’amore personale di Gesù nei confronti dei
piccoli, dei poveri, degli umili, continua ad affascinare quanti hanno avuto la fortuna di avvicinarla o l’hanno conosciuta attraverso le testimonianze di coloro che in questi anni hanno tenuto viva la sua memoria”. La beatificazione della religiosa “non deve essere solo un momento di celebrazione ma anche di risveglio di fede”, ha detto il parroco di Chiavenna, don Andrea Caelli.