Pompei , domenica, 30. maggio, 2021 17:00 (ACI Stampa).
È sopravvissuto a prove impegnative, come l’eruzione del Vesuvio del 1944 e l’arrivo delle truppe naziste che volevano persino distruggerlo. Ma il Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei è sempre lì, con il suo quadro e la sua storia rocambolesca e una storia legata a doppio filo a quella del Beato Bartolo Longo, il suo fondatore, che ebbe l’incarico di diffondere il Rosario nel mondo.
Costruito tra il 1876 e il 1891 grazie alle offerte dei fedeli, non lontano dall’antica città di Pompei che fu cristallizzata dall’eruzione del Vesuvio del 79, il santuario fu successivamente ampliato per accogliere i numerosi pellegrini che lo visitano ogni anno, e che prima della pandemia si stimavano in 2 milioni. Non poteva che essere che qui la penultima tappa della maratona di Rosari voluta da Papa Francesco per chiedere la fine della pandemia. Oggi, le intenzioni di preghiera sono per tutta la Chiesa.
Il quadro stesso della Vergine del Rosario è arrivato in maniera quasi inaspettata. Non era quello che avrebbe voluto acquistare Bartolo Longo a Napoli, ma è quello che ricevette su suggerimento del suo confessore, ed era completamente rovinato, tanto che è stato sottoposto a più interventi di restauro. Eppure, è un quadro veneratissimo, e sono stati moltissimi i fedeli che nel 2000 ripercorsero la strada da Napoli a Pompei a piedi, dopo l’esposizione speciale per il Giubileo.
Tre Papi hanno visitato il Santuario di Pompei: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco. A testimonianza che il santuario può essere definito oggi
il luogo più importante in cui si celebra la devozione alla Vergine Maria.