Città del Vaticano , lunedì, 24. maggio, 2021 11:23 (ACI Stampa).
“La domanda che voi vi dovete fare è: “Quanti? A quanti arriva?”, perché c’è il pericolo – per tutte le organizzazioni – il pericolo di una bella organizzazione, un bel lavoro, ma che non arrivi dove deve arrivare... Un po’ come il racconto del parto del topo: la montagna che partorisce il topolino... Tutti i giorni fatevi questa domanda: a quanta gente arriviamo? A quanti arriva il messaggio di Gesù tramite “L’Osservatore Romano”? Questo è molto importante, molto importante!”.
Papa Francesco lo ha detto questa mattina nella sua visita alla sede dei media della Santa Sede a Palazzo Pio. Non proprio una frase che manifesta entusiasmo, eppure la riforma dei media con l’accentramento è stata voluta da lui e con persone di sua fiducia.
Al suo arrivo è stato accolto dai vertici del Dicastero che il Papa stesso ha voluto: Paolo Ruffini, monsignor Lucio Adriàn Ruiz.
Un giro nei corridoi, un preghiera in cappella e la visita ai diversi settori fino al saluto nella Sala Marconi.
Nel breve saluto il Papa ha detto: “Ho visto questo Palazzo ben sistemato, e questo mi piace. L’unità del lavoro... Il problema è che questo sistema così grande e complicato funzioni. Mi viene in mente un’abitudine in Argentina, quando qualcuno era nominato a una carica importante, la prima cosa che faceva era andare da Nordiska, una ditta per fare gli ambienti, senza guardare la sua scrivania, il suo studio, mandava a fare tutto nuovo, tutto perfetto, bello.