Città del Vaticano , domenica, 23. maggio, 2021 10:37 (ACI Stampa).
“Paraclito vuol dire due cose: Consolatore e Avvocato”. Lo ha ricordato il Papa, stamane, nell’omelia della Messa celebrata in San Pietro in occasione della Solennità di Pentecoste.
“Il Paraclito – ha spiegato Francesco - è il Consolatore. Tutti noi, specialmente nei momenti difficili, come quello che stiamo attraversando, cerchiamo consolazioni. Ma spesso ricorriamo solo a consolazioni terrene, che svaniscono presto. Gesù ci offre oggi la consolazione del Cielo, lo Spirito, il Consolatore perfetto. Le consolazioni del mondo sono come gli anestetici: danno un sollievo momentaneo, ma non curano il male profondo che ci portiamo dentro”.
“Solo chi ci fa sentire amati così come siamo – ha osservato il Papa - dà pace al cuore. Lo Spirito Santo, l’amore di Dio, fa così: scende dentro, in quanto Spirito agisce nel nostro spirito. È la tenerezza stessa di Dio, che non ci lascia soli; perché stare con chi è solo è già consolare”.
Il demonio, invece, - ha proseguito il Pontefice – “prima ci lusinga e ci fa sentire invincibili, poi ci butta a terra e ci fa sentire sbagliati. Fa di tutto per buttarci giù, mentre lo Spirito del Risorto vuole risollevarci”.
Come gli Apostoli pieni di Spirito Santo, anche “noi siamo chiamati a testimoniare nello Spirito Santo, a diventare paracliti, consolatori. Non facendo grandi discorsi, ma facendoci prossimi; non con parole di circostanza, ma con la preghiera e la vicinanza. Il Paraclito dice alla Chiesa che oggi è il tempo della consolazione. È il tempo del lieto annuncio del Vangelo più che della lotta al paganesimo. È il tempo per portare la gioia del Risorto, non per lamentarci del dramma della secolarizzazione. È il tempo per riversare amore sul mondo, senza sposare la mondanità. È il tempo in cui testimoniare la misericordia più che inculcare regole e norme. È il tempo del Paraclito”.