Città del Vaticano , venerdì, 21. maggio, 2021 17:00 (ACI Stampa).
Oggi il cammino mariano della preghiera per la fine della pandemia ci porta in Giappone a Nagasaki, ai piedi di una immagine che ricorda la violenza della bomba atomica ma anche la testimonianza dei “cristiani nascosti” del Giappone, la Madonna di Nagasaki.
Provate ad immaginare una piccola comunità cristiana appena formata, una proibizione violenta della pratica del cristianesimo e un arcipelago vasto e poco abitato. Ecco il Giappone del XVII secolo, anzi più specificamente la regione di Nagasaki e le tante isolette che la compongono.
I missionari arrivarono in quella zona nel XVI secolo e già nel XVII il cristianesimo venne visto come un pericolo dall’ Impero del Sol Levante. Finita la proibizione, fu l’epoca della rinascita. Chiese e luoghi di culto vennero edificati con l’aiuto dei missionari occidentali. Il cristianesimo è sopravvissuto nella quasi clandestinità in Giappone fino alla fine della guerra del Pacifico nel1945, ma è stato sempre percepito come religione estranea fino al periodo del Concilio.
La Immagine di Maria che oggi è custodita nella cattedrale a Nagasaki, venne costruita agli inizi del ‘900 su un altare in legno ed ispirata ad un quadro di Murillo: l’Immacolata Concezione.
Il 9 agosto 1945, alle ore 11:02 a Nagasaki esplode la seconda bomba atomica sganciata sul Giappone alla fine della II Guerra Mondiale. Nel mese di Ottobre 1945, Kaemon Noguchi, un prete cattolico che era stato soldato, entra tra le rovine della Cattedrale di Urakami per pregare. Spera di trovare un ricordo tangibile della chiesa della sua giovinezza da portare nel suo Monastero Trappista di Hokkaido e improvvisamente nota le fattezze senza occhi della Madonna. Noguchi porta l’immagine bruciacchiata nel suo convento, dove la tiene per 30 anni. Dopo varie traversie nel 1990, Takeshi Kawazoe, parroco della Chiesa di Urakami, scrive un articolo in cui racconta il ritrovamento fortuito della testa della statua della Vergine Maria da parte di un soldato giapponese. Nel mese di Agosto 1998, Mr. Yasuhiko Sata legge la storia della Madonna e visita Nagasaki per vedere la statua, che trova inaspettatamente esposta tra altri cimeli nel museo della bomba atomica. Cerca allora di convincere i responsabili della Chiesa di Urakami che la Madonna non è un semplice ricordo dell’olocausto nucleare, bensì un oggetto sacro che deve essere riportato sull’altare. Il giorno di Pasqua, il 23 aprile 2000, gli sforzi di Mr. Sata danno finalmente il loro frutto: Padre Mimura, della Chiesa di Urakami, gli assicura che la Madonna sarà posta nella Cattedrale in maggio, il mese a Lei dedicato.