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Il Rosario contro la pandemia, il grande assente: il santuario di Sheshan in Cina

Resta chiuso il santuario più importante di Cina per la pandemia. E così, non può nemmeno essere parte della maratona di preghiera

Basilica di Sheshan | La Basilica di Sheshan in Cina | Wikimedia Commons Basilica di Sheshan | La Basilica di Sheshan in Cina | Wikimedia Commons

Quando è stata per la prima volta divulgata la lista dei santuari mariani che avrebbero fatto riferimento ogni giorno alla maratona di rosari voluta da Papa Francesco per chiedere la fine della pandemia, il 24 maggio appariva “da confermare”. E la speranza di molti era che, in quel 24 maggio, ci si sarebbe collegati dal santuario cinese di Sheshan. Perché è in quel giorno che si festeggia la Madonna di Sheshan, ed è quello il giorno stabilito per pregare per la Chiesa in Cina da Benedetto XVI. Nella lista finale dei santuari, però, Sheshan non c’è.

Non c’è perché il santuario resta chiuso per via delle restrizioni della pandemia, ed è il secondo anno consecutivo che non ci sono pellegrinaggi lì. Ma c’è, il 24 maggio, un flebile collegamento con la Cina, perché il santuario del giorno è quello di Nostra Signora di Lourdes di Nyaunglebin, in Myanmar. Santuario distante quasi 160 chilometri da quella Yangon il cui arcivescovo è il Cardinale Charles Maung Bo, che – nel mezzo di una crisi durissima del suo paese – ha anche avuto la forza di proclamare una settimana di preghiera per i cattolici di Cina.

Di fatto, però, la Cina è la “grande assente” in questa straordinaria maratona di Rosari. Vero che sarebbe stato difficile animare un santuario vuoto per le restrizioni della pandemia. Anche vero, però, che queste restrizioni sono apparse a molti arbitrarie, perché – nota Asia News - se il santuario resta chiuso “il parco dei divertimenti sulla collina di Sheshan è aperto da tempo, come pure tanti luoghi turistici di massa del Paese”. Non solo: da marzo, in Cina, in molte province i luoghi di culto sono stati riaperti, anche a Pechino, seppur tra strette misure sanitarie.

Chiusura arbitraria o reale preoccupazione contro la pandemia? La Santa Sede ha mostrato molti segni di buona volontà con la Cina, rinnovando lo scorso anno l’accordo ad experimentum per la nomina dei vescovi. Allo stesso tempo, però, è arrivata notizia di una nuova stretta contro le religioni da parte di Pechino, mentre i missionari hanno considerato le ultime ordinazioni presbiteriali quanto meno controverse.

Per la Santa Sede, comunque, vale la pena continuare un dialogo, mentre Papa Francesco accarezza il sogno di essere il primo Papa a visitare la Cina. Il dialogo, però, è criticato proprio da quanti vedono nel governo comunista cinese un ostacolo insormontabile contro la libertà religiosa.

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Di certo, dal 2008, anno successivo alla lettera di Benedetto XVI ai cattolici di Cina, sia l’ufficio degli Affari religiosi di Shanghai che l’Associazione Patriottica hanno reso difficile il pellegrinaggio dei cattolici cinesi a Sheshan

Il santuario di Sheshan si trova nella diocesi di Shanghai, lì dove il vescovo Taddeo Ma Daqin è ai domiciliari dal 2012. La diocesi ha fatto sapere che “siccome la pandemia in patria e all’estero non è ancora sotto controllo, e le misure per la prevenzione della pandemia sono ancora in atto nella nazione, per assecondare le richieste e i regolamenti del governo municipale [di Shanghai] … l’annuale pellegrinaggio di maggio a Sheshan è stato cancellato”, e anche che basilica, cappelle intermedie e altre aree sono chiuse e non vi saranno pellegrinaggi e attività religiose.

È il secondo anno di fila che il santuario di Sheshan resta chiuso.

La devozione a Maria risale ai tempi della missione del Gesuita Matteo Ricci. Ricevuto dall’imperatore il 22 gennaio 1601, Matteo Ricci portò 12 doni, e tra questi la copia dell’immagina di Maria Salus Populi Romani, custodita in Santa Maria Maggiore nella cappella dove Sant’Ignazio di Loyola celebrò la prima Messa.

I gesuiti furono anche i fautori del culto di Sheshan. Loro acquisirono la collina nel 1863, e nel 1870 fecero voto di costruire una basilica su quella collina se la Madonna avesse risparmiato la diocesi dalla distruzione a seguito di una sanguinosa rivolta.

La Madonna ascoltò la preghiera, e un anno dopo fu posta la prima pietra di quella che è la prima Basilica Mariana di Asia. Nel 1874, Pio IX concesse l’indulgenza plenaria ai pellegrini che visitavano il santuario, e nel 1894 i pellegrinaggi furono così tanti che si decise di costruire una nuova chiesa.

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Nel 1924, il primo sinodo cinese, convocato a Shanghai dal delegato apostolico Celso Costantini, decise che la Madonna di Sheshan fosse proclamata “Regina della Cina”.

La Madonna di Sheshan si celebra il 24 maggio, giorno di Maria Aiuto dei cristiani. Ed è in quel giorno che, nel 2007 Benedetto XVI decise che ci fosse una Giornata Speciale di Preghiera per i cattolici cinesi. Lo stesso Papa emerito compose una preghiera speciale per la Madonna di Sheshan nel 2008.