Città del Vaticano , martedì, 11. maggio, 2021 17:30 (ACI Stampa).
“Gustare la vita, curare le relazioni. Una prospettiva per la pastorale della salute”è questo il titolo del XXII Convegno Nazionale per la pastorale della salute che si svolge online fino al 13 maggio. "Un appuntamento articolato e ricco d’incontri che analizzano le sfaccettature di significato del gusto, della relazione, della cura", cosi lo descrive Monsignor Stefano Russo, Segretario Generale della CEI.
"Dopo la vista e il tatto, oggetto dei precedenti convegni, il protagonista ora è il gusto e non possiamo non concordare sul fatto che perdere il gusto della vita è una delle cose più terribili che possa capitare a chiunque. Essere preda dell’apatia, sprofondare nella malinconia", dice Monsignor Russo durante il suo saluto.
"Partiamo quindi chiedendoci che cosa dà senso e quindi gusto al nostro vivere? La salute, la progettualità, la fede, il lavoro, ma soprattutto le relazioni. È difficile gustare la vita in solitudine, senza condivisione. In assenza di relazioni, c’è solo compiacimento solipsistico", commenta il segretario della CEI.
"In questo anno di pandemia e di chiusure forzate abbiamo visto le relazioni personali scomporsi e ricomporsi nei milioni di pixel delle connessioni video e, allo stesso tempo, sfilacciarsi nei fili sempre più esili di chi, anziano, fragile, emarginato, si è trovato isolato. Colpisce al cuore la terribile solitudine degli anziani nelle Rsa, dei disabili nelle case, dei malati nelle stanze, del “ritiro sociale” di chi ha perso la speranza, sconfitta dalla disillusione. In quale devastante maniera ci siamo resi contro della preziosità impagabile delle relazioni, della necessità di sentirsi ancora e sempre più parte di una comunità. Abbiamo imparato che la tecnologia è utile, ma non può sostituire la relazione, perché è la relazione che cura", sottolinea nel discorso Monsignor Russo.
"Le relazioni hanno bisogno di manutenzione, di sollecitudine, di amore. E, prima ancora, nel curare le relazioni dobbiamo avere cura di scegliere quelle buone, quelle che ci fanno crescere, quelle in cui ci si mette scambievolmente a servizio, quelle in cui ci si sostiene. E curare le relazioni è soprattutto un compito pastorale. Come dichiarato apertamente nella presentazione del convegno, si vuole ritrovare insieme “quel gusto per la vita che rende forti nell’affrontare le avversità”, perché “la cura delle buone relazioni che diventano sananti è lo strumento per realizzare questo obiettivo”, conclude il Segretario della CEI.