Città del Vaticano , lunedì, 10. maggio, 2021 13:15 (ACI Stampa).
Parlando del suo incontro con Papa Francesco, il 9 maggio, dalla Basilica dei Santi Quattro Coronati in Roma, il presidente di Lettonia Egils Levits aveva detto che uno degli argomenti di discussione sarebbe stato quello del mondo dopo la pandemia. Ed è probabilmente a questo che si riferisce il comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, quando sottolinea che nei colloqui “è stato rilevato il fondamentale contributo della fede cristiana e della Chiesa cattolica alla promozione di un autentico umanesimo, aperto alla dimensione spirituale, a tutela della dignità dell’uomo e della famiglia”.
Parole importanti, in uno Stato come la Lettonia, che è stato Terra Mariana e che quest’anno festeggia i cento anni di relazioni diplomatiche. La maggioranza della popolazione è protestante, ma le relazioni ecumeniche sono ottime, anche grazie all’amicizia degli arcivescovi cattolico Stankevics e protestante Vanags, e il tema della famiglia è difeso a spada tratta da tutte le confessioni cristiane nel Paese.
La visita del presidente avveniva nell’ambito dei 100 anni di relazioni diplomatiche tra Lettonia e Santa Sede, e per l’occasione, dopo il bilaterale, il presidente Levits ha insignito il Cardinale Parolin del Premio di Stato lettone.
Con il Papa, il presidente si è intrattenuto una quarantina di minuti, portando in dono delle candele votive e un album fotografico del suo viaggio in Lettonia. Il Papa ha risposto con i consueti documenti del pontificato, incluso il Messaggio della Giornata Mondiale della Pace, e un bronzo di San Martino.
Come di consueto, dopo l’incontro con il Papa, il presidente ha visto cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, insieme al segretario per i Rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher.