Città del Vaticano , domenica, 2. maggio, 2021 12:15 (ACI Stampa).
Noi abbiamo bisogno di Gesù, ma anche Gesù ha bisogno di noi, della nostra vita e della nostra testimonianza di una vita autenticamente cristiana. Papa Francesco si affaccia dalla finestra dello suo studio nel Palazzo Apostolico, in una piazza che è tornata un po’ a riempirsi dopo i giorni di zona rossa. E, commentando il Vangelo del giorno prima della preghiera del Regina Coeli, che sostituisce l’Angelus durante il tempo pasquale, Papa Francesco chiede ai cristiani di “rimanere in Gesù”, come lo stesso Gesù chiede nel Vangelo del giorno. E poi, sottolinea la maratona di preghiera per la fine della pandemia iniziata ieri; e chiede una Ave Maria dedicata alla Chiesa del Myanmar e alla situazione; ricorda la beatificazione del medico dei poveri di Caracas Hernandez Cisneros, avvenuta lo scorso 30 aprile; esprime cordoglio per le vittime dell'incidente sul Monte Meron in Israele; e invia i suoi auguri alle Chiese ortodosse e latine di rito orientale, che oggi celebrano la Pasqua, con un particolare pensiero per quelle che si trovano in maggiore difficoltà.
Nel Vangelo, Gesù sottolinea di essere lui la vite e noi i tralci, e il Papa costruisce il suo commento a partire da lì, e da quel verbo rimanere che compare sette volte nel Vangelo. “Prima di lasciare questo mondo e andare al Padre – sottolinea Papa Francesco - Gesù vuole rassicurare i suoi discepoli che possono continuare ad essere uniti a Lui”.
Ma il rimanere di Gesù non è “un rimanere passivo, un addormentarsi dal Signore”; ma piuttosto “un rimanere attivo, e anche reciproco” perché “i tralci senza la vite non possono fare nulla, hanno bisogno della linfa per crescere e per dare frutto”, ma “anche la vite ha bisogno dei tralci, perché i frutti non spuntano sul tronco dell’albero”.
Questo significa, dice Papa Francesco, che prima di tutto abbiamo bisogno di Gesù, che “prima dell’osservanza dei suoi comandamenti, prima delle beatitudini, prima delle opere di misericordia, è necessario essere uniti a Lui, rimanere in Lui”. Solo così si può essere buoni cristiani, perché “con Lui possiamo tutto”.
Allo stesso tempo, Gesù “ha bisogno di noi, ha bisogno della nostra testimonianza”, ed è proprio quello il frutto che dobbiamo dare, “la testimonianza della nostra vita cristiana”.