Città del Vaticano , giovedì, 29. aprile, 2021 16:30 (ACI Stampa).
"Io so con quanto entusiasmo aspettavate da tanti anni il momento in cui la Chiesa confermasse qualcosa a cui voi credevate fermamente: che il medico del popolo sta accanto a Dio e che insieme a Nuestra Señora del Coromoto intercede per i suoi connazionali e per tutti noi. Vi confesso che non ho ma incontrato un venezuelano, qui in Vaticano, sia in piazza sia in udienza privata, che, a metà della conversazione, alla fine mi dicesse: quando è la beatificazione di Gregorio? Lo portavano nell’anima. Ebbene, ora si realizza questo desiderio".Papa Francesco invia un videomessaggio in occasione della beatificazione del Venerabile Servo di Dio, José Gregorio Hernández Cisneros, che avrà luogo domani presso l’Universidad Central de Venezuela a Caracas.
Papa Francesco ha dichiarato José Gregorio Hernández Cisneros Compatrono del Ciclo di Studi in Scienze della Pace, istituito nella Pontificia Università Lateranense dal Papa stesso il 12 novembre del 2018 affiancandolo al Beato Giovanni della Pace.
"Il dottor José Gregorio si offre a noi cristiani e a tutte le persone di buona volontà come esempio di credente discepolo di Cristo, che ha fatto del Vangelo il criterio della sua vita, ha cercato la sua vocazione, ha osservato i comandamenti, ha partecipato ogni giorno all’Eucaristia, ha dedicato tempo alla preghiera e ha creduto nella vita eterna, come modello di bonarietà personale e di virtù civiche e religiose, di apertura, di sensibilità di fronte al dolore, di modestia e di umiltà nella sua vita ed esercizio professionale, e anche come un uomo amante del sapere, della ricerca, della scienza, al servizio della salute e della docenza", dice il Papa nel videomessaggio.
Per il Pontefice "uno degli aspetti più rilevanti e affascianti della sua personalità è stato quello di essere testimone di superamento personale e di servizio ai cittadini".
Francesco ricorda anche la difficile situazione pandemica. "La beatificazione del dottor José Gregorio ha luogo in un momento particolare, difficile per voi. Come i miei fratelli vescovi, conosco bene la situazione che subite, e sono consapevole che le vostre prolungate sofferenze e angosce sono state aggravate dalla terribile pandemia del Covid-19 che ci sta colpendo tutti. Ho particolarmente presenti oggi i tanti morti, i tanti contagiati dal coronavirus che hanno pagato con la loro vita, per svolgere i propri compiti in condizioni precarie. Questa stessa pandemia, che oggigiorno incide su questa grande festa della fede della beatificazione, e che la riduce, al fine di evitare contagi per motivi di sicurezza, di salute, ci mette tutti in casa, non ci permette di uscire in strada a celebrare, a gridare, no, perché la pandemia è pericolosa. E vi accompagno in questa celebrazione – consentitemi il termine- “pandemica”, ossia una celebrazione senza nulla, per il dolore della pandemia".