Mosca , mercoledì, 28. aprile, 2021 12:30 (ACI Stampa).
C’è un filo rosso che lega Russia e Bielorussia. Perché il ripristino delle strutture cattoliche in Russia è cominciato il 13 aprile 1991, nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Mosca, quando fu intronizzato come arcivescovo della Gran Madre di Dio Tadeusz Kondrusiewicz. Lo stetsso Kondrusiewicz lascerà Mosca, per diventare arcivescovo di Minsk, incarico che ha tenuto fino ai 75 anni.
È una traversata di 30 anni, che ha portato nuove parrocchie, ma che non ha mancato di presentare problemi. Lo scorso anno, a Mosca, per la prima volta è stato nominato un ausiliare, ed è un vescovo locale, non proveniente dall’estero, Nikolaj Dubinin. In Bielorussia, invece, si vive ancora una situazione difficili, con proteste continue dopo le ultime elezioni, e la Chiesa in prima linea. Così tanto che l’arcivescovo Kondrusiewicz ha vissuto l’esilio, per tre mesi, prima di rientrare in tempo per Natale e appena prima che la sua rinuncia per limiti di età fosse accettata.
A Mosca, è stato l’arcivescovo Paolo Pezzi, della Gran Madre di Dio, a celebrare la Messa di commemorazione. “Sebbene – ha detto - oggi parliamo dei trenta anni dal risveglio della nostra Chiesa, non possiamo non ricordare l'intera storia ricca e drammatica della Chiesa cattolica in Russia”.
L’arcivescovo Pezzi ha poi ripercorso la storia della Chiesa in Russia, dalle prime chiese latine a Starava Ladoga e Novgorod, di cui non è rimasta traccia, fino all’arcidiocesi di Mogilev, fondata nel 1782 e ora in territorio bielorusso, ma che al tempo si estendeva su “praticamente tutto il territorio dell’impero russo”.
L’arcidiocesi di Mogilev fu poi completamente liquidata sotto la dominazione sovietica. Ma fu proprio da Mogilev che furono separate le amministrazioni apostoliche di Mosca e Novosibirinsk.