Roma , lunedì, 26. aprile, 2021 18:00 (ACI Stampa).
Ormai la basilica c’è. La parrocchia aveva come guida Aurelio Bacciarini. Era stato don Guanella stesso a sceglierlo. Ma don Aurelio poco prima della inaugurazione della Basilis “scappa” e si rifugia alla Trappa della Tre Fontane. Diventa fra Martino e indossa il saio. Preghiera, lavoro, silenzio.
Don Guanella riceve una sua lettera e si precipita a Roma e va alla Trappa. Riesce a parlare al suo discepolo. Gli ricordale necessità delle povere anime del Trionfale. Aurelio fa discernimento. Scriverà: “alla Trappa ho trovato una vita austera e penitente, però non ci trovai tutte quelle occasioni di sacrificio che vi sono alla Provvidenza (l’opera di don Guanella): e il rimorso di essere andato alla solitudine quasi a cercarvi i miei comodi fu un altro dei motivi che mi persuase al ritorno”.
Don Aurelio si dedicò completamente alla comunità di San Giuseppe al Trionfala tra mille sacrifici. Alla sua decisione aveva contribuito anche una straordinaria udienza con Papa Pio X. Il suo racconto è commovente. E finisce ancora con una attenzione speciale del Papa. Santo Padre,- dice don Aurelio- preghi per Don Luigi. E Pio X aggiunge - si anche per i suoi debiti, ne ha molti? Non molti Santo Padre, dice il giovane prete, ha sempre le spalle appoggiate alla Provvidenza! La risposta del Papa è amena: va bene ma non vorrei che un giorno mi facesse patatrac!
Don Luigi non aveva nessuna intenzione di fare “patatrac” ma voleva che la sua basilica fosse un segno eloquente anche della grandezza della Chiesa. E così pensava alle porte della chiesa.
Recentemente come si legge nel libro “Storia di uomini e donne” è stato rinvenuto un carteggio con Ludovico Pogliaghi che aveva realizzato le nuove porte del Duomo di Milano. Don Guanella ha l’idea di chiedere le “vecchie” porte per la chiesa romana. “A che vi servono? Datele a me!”