Città del Vaticano , lunedì, 26. aprile, 2021 14:00 (ACI Stampa).
Per la prima volta dalla sua costituzione, non c’è monsignor Robert W. Oliver tra i membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. Ma c’è, invece, Juan Carlos Cruz, una vittima dell’ex sacerdote e leader carismatico Fernando Karadima, i cui abusi e la copertura di cui hanno goduto ha fatto scoppiare lo scandalo pedofilia per la Chiesa in Cile. La plenaria della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori si è tenuta dal 19 al 22 aprile, parte in presenza a Roma, parte online. Tutti i membri prorogati, uno aggiunto, un segretario da nominare. La commissione continua comunque il suo lavoro, con varie iniziative.
Un comunicato della commissione ricorda che nel 2021 ci sono state una serie di opportunità “per lavorare con le Chiese locali e i partner nel mondo per promuovere la responsabilità a livello locale di protezione dei bambini ed adulti vulnerabili”.
Creata da Papa Francesco nel marzo 2014 per proporre le iniziative più opportune per la protezione di tutti i minori e gli adulti vulnerabili e per promuovere la responsabilità locale nelle Chiese particolari, la commissione è ora divisa in tre sottogruppi: dialogo con vittime e sopravvissuti, educazione e formazione, linee guida e norme per la promozione della tutela.
I membri della commissione sono stati molto attivi. Tra i risultati dell’anno: sono stati pubblicati di un seminario del 2019; è stato tenuto un corso on-line su “Ambiente Sicuro nella vita religiosa” per i superiori generali delle Congregazioni Religiose; si è organizzata una conferenza di tre giorni in Brasile sul tema “Guarire le nostre ferite”; e promosso un simposio globale, che si è tenuto dall’8 al 10 aprile, con l’università di Harvard e la Catholic University of America, intitolato “Strategie per prevenire e guarire gli abusi sessuali subi bambini”.
Sono previste ulteriori iniziative nel corso dell’anno, da un seminario accademico a giugno a un conferenza a settembre a Varsavia per la leadership della Chiesa nell’Europa Centrale e Orientale, e una partnership più specifica con la Conferenza Episcopale Polacca, con un gruppo di lavoro che avrà un dialogo di quattro giorni la Chiesa del Paese.