Padova , venerdì, 23. aprile, 2021 18:00 (ACI Stampa).
Primi giorni di marzo, nel 1953, di notte. Un bosco di querce e di pini, a Kuntsevo, pochi chilometri da Mosca, circonda una dacia isolata e sontuosa. Il fruscio della puntina che striscia il solco di un disco che gira a vuoto e il vento freddo, carico di neve, che scuote gli alberi fuori e riesce ad infilarsi tra porte e finestre ben sbarrate, riempiono il silenzio della stanza in cui giace un uomo riverso sul divano. Sembra addormentato, in realtà è morto. Nessun rumore, nessun suono, se quello della puntina sul disco 78 giri, edizioni Mélodyia, ascoltato così a lungo, per tante notti, e anche in quell’ultima sera della sua vita.
Il disco riproduce un concerto di Mozart, che riesce a turbare Iosif Vissarionovič Džugašvili, conosciuto dal mondo come Stalin, fino a farlo piangere. Non solo per la bellezza della musica, ma per la grandezza di chi lo esegue: quella della pianista Marija Judina.
Davvero Stalin è morto ascoltando quel disco, costretto da quell’esecuzione a sentire uno struggimento che niente e nessuno riusciva a provocargli? In ogni caso, è così che inizia un libro che oggi ripropone la storia appassionante e unica di questa artista. Il libro è scritto da Giuseppina Manin e si intitola “Complice la notte”, un romanzo-biografia che offre dunque l’occasione di ricordare la vita di Marija.
Nel 2010 è uscito un uscito un altro libro a lei dedicato, scritto da Giovanna Parravicini, e consigliamo vivamente di leggere anche quest’opera, che è una vivida e toccante testimonianza della vicenda umana della pianista e della sua “geografia interiore”, insieme ad un affresco del travagliato periodo storico in cui è vissuta.
Poco nota in Occidente perché osteggiata dal regime sovietico per la religiosità profonda e la spregiudicatezza intellettuale, Marija Judina è stata una delle più grandi interpreti musicali del Novecento russo, e non solo, un’intellettuale appassionata, paladina delle avanguardie, sempre pronta a difendere chi si trovasse in rotta di collisione con il feroce regime stalinista, amica e protettrice, come poteva, di artisti e scrittori. “Ho cercato per tutta la vita l’Incarnazione della Verità nell’uomo, nell’arte, nella vita. E con l’aiuto di Dio l’ho trovata”: queste sue parole definiscono in luminosa sintesi il suo percorso nella vita.