Come spiega il delegato Luca Bellizzi, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia, in una ventina di librerie di Roma sarà possibile acquistare opere di autori catalani e ricevere una rosa .
La festa di Sant Jordi è un evento tipicamente catalano. Perché riproporla in Italia?
Effettivamente il giorno di Sant Jordi a Barcellona e nel resto della Catalogna si respira un clima di allegria contagioso e suggestivo. Le strade, e in particolare les Ramblas, Passeig de Gràcia e Rambla Catalunya, si riempiono di bancarelle che attirano migliaia di visitatori, con il profumo delle rose che si sparge nell’aria e cumuli di libri in cui spiccano le ultime novità editoriali. È un evento talmente bello e attraente che ci è sembrato naturale farlo conoscere anche in Italia. Ancora di più in questo periodo di pandemia perché in qualche modo stabilisce una “connessione” che non è solo virtuale, alla quale purtroppo siamo ormai abituati, ma reale, sebbene ancora limitata, tra lettori, librai, autori ed editori, attraverso il libro. Avere in mano un volume, sfogliarlo, resta una sensazione unica. A questo si aggiunge l’aspetto tipicamente romantico, rappresentato dal dono delle rose.
Quali legami ha la cultura catalana, e in particolare la letteratura, con l’Italia?
I contatti sono molto antichi, sia dal punto di vista storico che letterario. Cito un solo esempio, visto che siamo nell’anno di Dante a 700 anni dalla morte: la prima traduzione della Divina Commedia, in versi, in un’altra lingua fu fatta proprio in catalano da Andreu Febrer, che completò il manoscritto il 1º agosto 1429. L’opera successivamente fu data alle stampe nel 1474.
Il 23 aprile non ha le stesse caratteristiche della “Diada”, la festa nazionale dell’11 settembre, ma è comunque un giorno di rivendicazione dell’identità catalana: in che modo?
Bisogna partire da un dato di fondo: la lingua è uno degli elementi unificanti e peculiari della Catalogna. Per questo con il trascorrere degli anni questa festa è diventata un momento di rivendicazione delle radici e dell’identità catalana, attraverso la difesa e la promozione della nostra lingua e della nostra cultura. Non ci sono infatti solo gli aspetti letterari. Penso al cinema o alla musica: l’ultima volta che abbiamo potuto festeggiare Sant Jordi in presenza a Roma abbiamo organizzato, tra le altre cose, un concerto che riscosse un buon successo. E il simbolo di questa rivendicazione è senza dubbio la senyera, la bandiera a strisce orizzontali gialle e rosse della Catalogna, che il 23 aprile viene esposta in tantissimi balconi di tutto il Paese.
Cosa vi aspettate da questa iniziativa?
Di rafforzare i legami, già esistenti, tra l’Italia e la Catalogna. Il pubblico italiano è per natura aperto a nuove esperienze culturali, sono certo che saprà accogliere con interesse anche questa attività. Con l’auspicio che fin dal prossimo anno l’iniziativa possa estendersi ad altre città oltre Roma: i segnali che ci sono già arrivati in tal senso ci lasciano ben sperare.
Per ulteriori approfondimenti è possibile collegarsi al canale Youtube del Dipartimento di azione estera del Governo della Catalogna dove vengono pubblicate le brevi videoclip del ciclo “La Catalogna raccontata agli italiani” che illustrano storia, tradizioni, curiosità e letteratura catalane.
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