Città del Vaticano , lunedì, 12. ottobre, 2015 9:50 (ACI Stampa).
La gioia per la liberazione di padre Jacques Murad, il sacerdote siriano da cinque mesi nelle mani del Daesh (l’acronimo arabo per l’ISIS), si unisce alla preoccupazione per la sorte delle altre 190 persone nelle mani dello Stato Islamico. Prima di iniziare i lavori sinodali, il patriarca Ignazio Giuseppe Younan III, patriarca della Chiesa sira, si ferma a parlare con ACI Stampa. Un appello alla comunità internazionale, una nota di speranza. E una menzione particolare per padre Paolo Dall’Oglio, del quale da due anni e mezzo non si hanno più notizie; e per Bulos Yagizi e Yuhanna Ibrahim, vescovi ortodossi di Aleppo, anche loro rapiti due anni fa.
Quali sono le sensazioni dopo la liberazione di padre Murad?
La liberazione di padre Murad è una grande gioia. Lui serviva nella città di Qaryatayn, aveva fondato il monastero di Mar Elian, che è poi stato distrutto. Serviva tutti, cristiani e musulmani. Erano cinque mesi e mezzo che era rapito.
Come sta padre Murad?
Abbiamo parlato con lui, sta bene, è vicino ad Homs, dove ieri ha celebrato la Santa Messa. È preoccupato per quelli che sono ancora prigionieri, sono circa 190 persone, tutte catturate quando il Daesh ha preso Qaryatayn. Per questo motivo non voleva fosse pubblicata la notizia della sua liberazione, per favorire il dialogo per la liberazione degli altri prigionieri.