Roma , martedì, 20. aprile, 2021 12:00 (ACI Stampa).
Quello che colpisce, nel XV rapporto di Aiuto Alla Chiesa che Soffre sulla Libertà Religiosa nel mondo, non sono le recrudescenze jihadiste nell’Africa subsahariana, la sostanziale fine delle primavere arabe, le persecuzioni delle minoranze in Pakistan perpetuate con la legge sulla blasfemia o la persecuzione religiosa di stampo nazionalista in Cina. Colpisce, piuttosto, la crescita della cosiddetta “persecuzione educata.” Una persecuzione attuata in maniera quasi legale, erodendo il diritto alla libertà religiosa e alla libertà di coscienza, imponendo ideologie, costringendo le religioni al silenzio. Un tipo di persecuzione che, nei Paesi occidentali, si è fatta più stringente e palese nel periodo del COVID 19.
Cominciato con un piccolo libretto, il rapporto di Aiuto alla Chiesa che Soffre sulla Libertà Religiosa è ora un tomo di quasi 900 pagine, che presenta schede per ogni Stato, cercando di comprendere lì dove la libertà religiosa è davvero messa sotto attacco, e perché. Non ci sono solo i dati negativi. Si segnala anche una crescita del dialogo, un rinnovato impegno interreligioso, cambiamenti geopolitici importanti come quelli che, in Medio Oriente, hanno portato agli accordi di Abramo, ovvero la rappacificazione tra Israele e alcuni Paesi arabi, conseguenza di nuove alleanze trasversali.
E alla presentazione del Rapporto è presente in collegamento anche Asia Bibi, la donna cristiana condanna a morte per blasfemia e poi giudicata innocenet dopo anni in carcere, che presto sarà a Roma. Nella sua testimonianza, Asia Bibi ricorda l'isolamento cui è stata sottoposta, la tortura anche psicologica di stare lontano dalle sue figlie, chiede che sia cancellata la legge sulla blasfemia in Pakistatn, ma nota che ci sono "anche altre leggi che discriminano i cristiani". inano
E ricorda poi la condizione delle "ragazze minorenni del Pakistan, cristiane convertite con forza all’Islam, ragazze tra 9 e 14 anni, rapite violentate, date in matrimonio con forza ai rapitori". Mette in luce la situazione di "Humma Yunes, ragazza di 14 anni rapita e convertita all’Islam e sposata forzatamente con il rapitore, che non è ancora stata ritrovata e il caso è presso l’Alta Corte di Karachi". Ma sottolinea anche casi di attacchi a persone maggiorenni, come le accuse di blasfemia a Tabitha Nazir Gil o quelle recenti a due infermiere, una delle quali quasi uccisa.
Certo, l’attenzione per la libertà religiosa sta diventando un tema di grande importanza. Thomas Heine-Geldern, presidente internazionale di ACS, ricorda che “il 28 maggio 2019, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che istituiva il 22 agosto come Giornata internazionale di commemorazione delle vittime di atti di violenza basati sul credo religioso” mentre il 23 settembre 2019 le Nazioni Unite hanno lanciato un appello globale per la libertà religiosa..