Città del Vaticano , domenica, 11. aprile, 2021 11:07 (ACI Stampa).
"Gesù risorto appare ai discepoli più volte. Con pazienza consola i loro cuori sfiduciati. Dopo la sua risurrezione, opera così la risurrezione dei discepoli. Ed essi, risollevati da Gesù, cambiano vita. Prima, tante parole e tanti esempi del Signore non erano riusciti a trasformarli. Ora, a Pasqua, succede qualcosa di nuovo. E avviene nel segno della misericordia. Gesù li rialza con la misericordia. E loro, misericordiati, diventano misericordiosi. Molto difficile essere misericordiosi se non uno non si accorge di essere misericordiati". Il Papa, nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, celebra la Santa Messa nella Festa della Divina Misericordia. Concelebrano con il Papa alcuni Missionari della Misericordia, istituiti durante il Giubileo della Misericordia.
In ottemperanza alle norme vigenti volte a ridurre il contagio da Covid-19, la capienza della chiesa è stata ridotta; parteciperanno alla Messa, infatti, circa 80 persone, per questo il Papa celebra "in forma privata". Sono presenti alla celebrazione eucaristica di Papa Francesco - per il secondo anno consecutivo nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia - un gruppo di detenuti e di detenute dal carcere di Regina Cæli, Rebibbia femminile e Casal del Marmo di Roma, alcune Suore Ospedaliere della Misericordia, una rappresentanza di infermieri dell’Ospedale di S. Spirito in Sassia, alcune persone con disabilità, una famiglia di migranti dall’Argentina, dei giovani rifugiati provenienti da Siria, Nigeria ed Egitto, tra cui due persone egiziane appartenenti alla Chiesa copta e un volontario Caritas siriano appartenente alla Chiesa cattolica sira.
Fu San Giovanni Paolo II ad istituire 21 anni fa, il 30 aprile del 2000, nel giorno in cui canonizzò suor Faustina Kowalska, la "Domenica della Divina Misericordia". Nella Chiesa a pochi passo da San Pietro viene conservato il dipinto di Gesù Misericordioso. Era il 22 febbraio del 1931 quando il Signore si manifestò a Suor Faustina. Lei stessa racconta: “Gesù mi disse: Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù, confido in Te. Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero”.
Nella sua omelia il Pontefice sottolinea che i discepoli vengono "misericordiati", attraverso tre doni: dapprima Gesù offre loro la pace, poi lo Spirito, infine le piaghe.
In primo luogo dà loro la pace. "Quei discepoli erano angosciati. Si erano chiusi in casa per timore, per paura di essere arrestati e di fare la stessa fine del Maestro. Ma non erano chiusi solo in casa, erano chiusi anche nei loro rimorsi. Avevano abbandonato e rinnegato Gesù. Si sentivano incapaci, buoni a nulla, sbagliati. Gesù arriva e ripete due volte: Pace a voi!. Non porta una pace che toglie i problemi di fuori, ma una pace che infonde fiducia dentro. Non una pace esteriore, ma la pace del cuore. Dice: Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi. È come se dicesse: Vi mando perché credo in voi. Quei discepoli sfiduciati vengono rappacificati con sé stessi. La pace di Gesù li fa passare dal rimorso alla missione. La pace di Gesù suscita infatti la missione. Non è tranquillità, non è comodità, è uscire da sé. La pace di Gesù libera dalle chiusure che paralizzano, spezza le catene che tengono prigioniero il cuore. E i discepoli si sentono misericordiati: sentono che Dio non li condanna, non li umilia, ma crede in loro", commenta il Pontefice.