Padova , venerdì, 9. aprile, 2021 18:00 (ACI Stampa).
Una bambina abbandonata, una città appena uscita dalla guerra e ancora piena di ferite – anche fisiche – lasciate da bombe e lutti, una donna di mezza età che si sente inutile, con una vita invisibile agli occhi di tutti: nel cuore di queste desolazioni fiorisce un giardino, strappato con determinazione, quasi con ferocia, alle macerie e alle proibizioni. Un giardino che cresce all’ombra di una chiesa diroccata, sotto gli occhi della statua di Maria Vergine con il suo Bambino.
Se si dovesse riassumere la storia raccontata nel romanzo “Nella città una rosa”, di Rumer Godden useremmo queste espressioni, scegliendone i personaggi-chiave e i luoghi in cui si dipana questa storia. Una bambina, una donna di mezza età, la Madonna, un giardino, una chiesa in rovina, una metropoli, Londra, che faticosamente tenta di risollevarsi dopo la guerra. Ma chi è l’autrice?
Intanto ricordiamo che stiamo parlando di questo romanzo recentemente ripubblicato dalla casa editrice Bompiani, il quale racconta appunto le peripezie di una bambina di Londra, Lovejoy, cresciuta senza padre, con una madre sempre assente “per lavoro” che praticamente ha abbandonato alle cure di una coppia senza figli, nella Londra dei primi anni Cinquanta. La bimba non ha niente e nessuno a cui aggrapparsi, con cui sentirsi meno sola. Finché le viene in mente di creare un giardino segreto tutto per sé. E dove trovare il luogo adatto per far crescere i suoi fiori e le sue piantine? Ecco un fazzoletto di terra incolta che le appare nei suoi vagabondaggi, insieme all’unico ragazzino che le rivolge qualche attenzione, Tip Malone, di famiglia irlandese e cattolica, che conosce la chiesa in rovina proprio per il fatto di appartenervi come parrocchia. La messa e gli altri riti si celebrano in una specie di baracca, in cui per la prima volta in vita sua Lovejoy incontra lo sguardo di una Madre celeste. E da quello sguardo non si allontanerà più, anche se ci sarà un violento gesto di ribellione. Una storia per bambini? No, piuttosto una storia “di bambini” che parla a tutti. Scritta con grande delicatezza, con una intrinseca vena poetica, ma anche con realismo, un modo di parlare dei piccoli che è stato definito “preciso e non sentimentale”.
E torniamo alla questione certo non secondaria: chi è Rumer Godden. Si tratta di una scrittrice oggi quasi dimenticata, autrice di grandi libri, da cui sono stati tratti anche film celebri. La Godden è nata in Inghilterra nel 1907, precisamente nel Sussex, ma fin da molto piccola vive in India e vi trascorre gran parte della sua giovinezza, al punto da autodefinirsi scrittrice anglo-indiana.
Nel 1920 torna in patria, per frequentare la scuola, studiando anche per diventare maestra di ballo. A Calcutta, nel 1925, infatti decide di aprire una scuola di danza per bambini inglesi e indiani, una scuola tenuta aperta per vent'anni insieme alla sorella Nancy. Nel frattempo, non abbandona il suo primo, vero, grande amore, quello per la scrittura, e così nasce il suo primo best seller, “Narciso nero”, divenuto poi un film in cui recitano star di prima grandezza.