Città del Vaticano , giovedì, 1. aprile, 2021 15:05 (ACI Stampa).
Papa Francesco ringrazia con un videomessaggio tutti coloro che per gli hanno inviato oltre 100 mila messaggi di augurio in occasione degli otto anni di Pontificato. "È successo qualcosa che non mi aspettavo, e voglio ringraziarvi per questo. C'è un gruppo ideale che non si conosce ma forse unito da buoni auspici che si chiama Generazione Francesco e che in qualche modo segue le cose che faccio, le cose che dico e che più o meno mi vuole bene, che non mi insulta, che non parla male di me e che usa le cose che dico per fare del bene", è lo stesso Papa Francesco a spiegare il perchè del suo videomessaggio.
"Politici e baraccati, preti e artisti, sindacalisti e atleti, tutti uniti, dai palazzi del potere di Buenos Aires alle stamberghe di un barrio di periferia, dal comune denominatore di una grande stima e ammirazione per Papa Francesco, hanno voluto mettere nero su bianco un pensiero, un augurio che esprimesse questi sentimenti e recapitarli dall’altra parte del mondo, a Casa Santa Marta", spiega il portale Vatican News.
L'ideatore è padre José María Di Paola, “padre Pepe” per chiunque lo conosca e in tanti lo conoscono nelle “villas miserias” . Il prete, 59 anni, ha lanciato con lo slogan “Profeta della nostra terra” la raccolta di messaggi augurali per Francesco – oltre 100 mila e continuano ad aumentare grazie ai social – e il coro inatteso di queste voci "ha toccato corde profonde nel Papa".
"Spesso siamo abituati a prendere decisioni senza consultare il popolo (...) sia nella vita parrocchiale, quando il parroco non consulta il popolo; sia nella vita della provincia, quando il governatore non consulta il popolo; sia nella diocesi, quando il vescovo non consulta il popolo; sia nella nazione, quando le autorità non consultano il popolo, anche per leggi importanti e discusse che riguardano la morale e il popolo è il grande assente - dice il Papa nel videomessaggio in lingua spagnola - Non dimenticate, non si sbaglia mai se si consulta il popolo, nell'ordine civile sempre, e non si sbaglia mai se si consulta il santo popolo fedele di Dio nella Chiesa (...) che porta avanti la fede e la porta nel proprio dialetto".