Il “ministro degli Esteri” vaticano ha spiegato la posizione della Santa Sede in una intervista per la rivista dei gesuiti USA America, pubblicata in tre parti.
“Credo che possiate concordare che la Santa Sede non ha una politica diplomatica di denuncia quasi ovunque nel mondo, e ci sono abusi dei diritti umani in molte nazioni”.
Per quanto riguarda Hong Kong, la Santa Sede non ha parlato anche perché la comunità “è significativamente divisa in termini politici”, lì dove ci sono “lealisti di Pechino da un lato e quanti vorrebbero maggiori libertà ed eccezioni per Hong Kong”.
L’arcivescovo Gallagher ha sottolineato che la Santa Sede “prova a lavorare con la Chiesa locale e provare a fare quello che può”, e che non ci sono dichiarazioni su Hong Kong perché “ci si deve prima chiedere quale effetto possa avere una dichiarazione. Produrrà un cambiamento positivo o renderà la situazione più complicata per la Chiesa universale e per la Chiesa locale?”
Un nuovo consultore per la Segreteria di Stato
Papa Francesco ha nominato il 27 marzo l'arcivescovo Alain Lebaupin consultore della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato vaticana. L'arcivescovo Lebaupin è andato in pensione lo scorso 16 novembre, dopo aver compiuto 75 anni. Era nunzio in Europa, e aveva organizzato la visita virtuale del Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, presso le istituzioni europee per i cinquanta anni di relazioni diplomatiche.
Prima dell'incarico di nunzio in Europa, l'arcivescovo Lebaupin aveva servito nelle missioni di Nazioni Unite, Repubblica Dominicana, Mozambico e OSCE, prima di diventare ambasciatore del Papa in Ecuador, Kenya e infine presso l'Unione Europea.
La nomina a consultore della Seconda Sezione arriva generalmente dopo la pensione, ed è allo stesso tempo un premio al lavoro svolto e un segno della volontà di continuare ad avvalersi delle competenze di un esperto. Prima dell'arcivescovo Lebaupin, Papa Francesco aveva noiminato monsignor Gianfranco Rota Graziosi, l'architetto dell'accordo con la Cina, come consultore. E prima ancora, era stato monsignor Osvaldo Neves de Almeida a ricevere la nomina nel 2017.
FOCUS MULTILATERALE
La Santa Sede a New York, la Commissione sullo status della donna
Il 24 maggio, si è tenuta la 65esima sessione della Commissione sullo Status delle Donne. A rappresentare la Santa Sede, Francesca Di Giovanni, sottosegretario per il Settore Multilaterale della Sezione per le Relazioni con gli Stati della Segreteria di Stato.
L’intervento di Di Giovanni, la prima donna “vice ministro degli Esteri” vaticano, ha avuto luogo in video. Il suo discorso si è concentrato su tre aree chiave: la violenza contro le donne e le ragazze; la partecipazione delle donne nella vita pubblica; l’educazione delle donne.
Il sottosegretario ha condannato la violenza contro donne e ragazze, notato che la pornografia gioca un ruolo importante nel favorire il traffico e l’oggettificazione delle donne, chiesto che la società combatta la “penalità da maternità” che spesso svantaggia le madri nelle loro carriere o nel loro corso di studi.
Di Giovanni, infine, ha descritto l’educazione come un fattore indispensabile per lo sviluppo integrale delle ragazze, e ha messo in luce come l’accesso ad educazione di qualità possa rompere cicli di povertà ed esclusione. .
FOCUS MEDIO ORIENTE
La situazione in Libano
Il 20 marzo, l’arcivescovo Joseph Spiteri, nunzio apostolico in Libano, è stato ricevuto a Baadba da Michel Aoun, presidente della Repubblica. In quell’occasione, riferisce L’Orient Le Jour, ha affermato che la Santa Sede auspicava la formazione di un governo e l’attuazione delle riforme per la lotta alla corruzione in un Libano in crisi. L’“ambasciatore del Papa” ha anche fatto sapere che ancora non è stata fissata una data per una visita di Papa Francesco nel Paese, annunciata tra l’altro dallo stesso Papa tornando dal suo viaggio in Iraq.
Sono più di sette mesi che il Libano è in crisi, a causa dello stallo politico che si è creato tra il presidente Aoun e il primo ministro designato Saad Hariri. La formazione del nuovo governo è anche pre-condizione perché arrivino gli aiuti internazionali.
Molto attivo per cercare una soluzione alla crisi è anche il Cardinale Bechara Boutros Rai, che da tempo ha presentato un piano per la neutralità attiva del Libano e che da tempo chiede una conferenza internazionale per il Libano.
Negli scorsi giorni, è tornato sull’argomento in una conversazione con Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, che avrebbe “espresso il suo interesse nella situazione libanese e confermata la necessità di formare un governo e mantenere il libano lontano dai conflitti”.
Il Cardinale ha spiegato a Guterres la situazione della popolazione libanese, e in particolare lo stallo politico che avviene “in un momento in cui fame e povertà si sono diffuse nella nazione, la moneta nazionale si è deteriorata e il Libano sta per collassare.
Il Libano sta vivendo la peggiore crisi economica dalla fine della guerra civile del 1975 – 1990, esacerbata dalla pandemia di coronavirus e dall’esplosione di Beirut dello scorso agosto.
FOCUS AMERICA LATINA
Paraguay, i vescovi propongono un tavolo di dialogo con il governo
Al termine di un incontro con il presidente Mario Abdo Benitez che si è tenuto il 24 marzo, i vescovi del Paraguay hanno proposto un “tavolo di dialogo per reindirizzare la guida del nostro Paese”.
L’incontro è avvenuto nella sede della Conferenza Episcopale Paraguayana ad Asunciòn, e gli esiti dell’incontro sono stati riferiti alla stampa dal segretario generale e portavoce della conferenza episcopale, il vescovo Amancio Francisco Benitez Candia di Benjamin Aceval. Il vescovo Benitez ha detto che l’incontro è stato chiesto dal presidente della Repubblica Abdo.
Il Paraguay è stato oggetto nelle scorse settimane di diverse manifestazioni di protesta contro il modo in cui è stata gestita la crisi del COVID 19 e la campagna dei vaccini. L’opposizione aveva persino fatto richiesta di mettere il presidente in stato di accusa, ma il Parlamento ha respinto la richiesta.
Il presidente Abdo, durante l’incontro, ha chiesto scusa, ammettendo i suoi errori, specialmente nella somministrazione dei vaccini, ma anche sulla mancanza di dialogo sulla cittadinanza.
Il vescovo Benitez ha sottolineato che i vescovi hanno invitato il presidente ad ascoltare la gente. I vescovi hanno accettato di partecipare al tavolo, ma non di guidarlo, “perché noi non siamo giudici, ma potremmo essere presenti, accompagnando tutti, il governo, il popolo, la cittadinanza”.