Berlino , venerdì, 26. marzo, 2021 15:00 (ACI Stampa).
Si apre un nuovo vaso di Pandora nella vicenda degli abusi sessuali commessi da religiosi su minori nell’Arcidiocesi di Colonia. A partire da ieri, presso la sala conferenze Maternushaus dell’Arcidiocesi, è possibile consultare per novanta minuti le 510 pagine del rapporto dello studio legale di Monaco di Baviera Westpfahl Spilker Wastl (WSW) su abusi ed insabbiamenti a Colonia.
L’accesso alla sala è consentito solo a giornalisti, persone coinvolte e altre categorie di interessati, purché senza cellulare e senza orologio, dal momento che i più moderni, oggi, sono dotati di camera. La pubblicazione degli atti è inoltre interdetta. Il “Rapporto WSW” sarebbe dovuto essere presentato un anno fa, ma il cardinale Rainer Maria Woelki, arcivescovo di Colonia, ne impedì, allora come ora, la pubblicazione perché – secondo i professori di diritto Matthias Jahn und Franz Streng - lederebbe i diritti dei coinvolti. Secondo i due periti, infatti, lo studio legale Westpfahl Spilker Wastl avrebbe commesso diverse leggerezze ed imprecisioni nella stesura del Rapporto. Per esempio, avrebbero prodotto una sorta di «registro dei peccati e dei peccatori» e non avrebbero tenuto separati i fatti dai giudizi. Questo parere dei due giuristi è consultabile, nella stessa sala, insieme al Rapporto.
Similmente al “Rapporto Gercke” (di quasi 900 pagine), presentato lo scorso martedì a Colonia, e che il Cardinale Rainer Maria Woelki deciso di far tradurre in inglese, anche il “Rapporto WSW” riguarda circa 200 autori di reato e circa 300 vittime di violenza sessuale. Cita inoltre per nome gli incaricati diocesani e individua le loro mancanze nel trattare i casi di abuso: ex arcivescovi, ex vicari generali e altri ufficiali, già nominati dal “Rapporto Gercke”. Come il Gercke nemmeno il “Rapporto WSW” assegna responsabilità, omissioni o negligenze all´arcivescovo in carica, il cardinale Woelki.
Il “Rapporto WSW” procede evidenziando 15 casi esemplari per ogni funzionario diocesano, mostrando le loro omissioni nel trattare i casi di abuso. I legali di Monaco di Baviera nominano il “clericalismo” come causa di queste omissioni: chi avrebbe dovuto reagire ed intervenire, insomma, non lo avrebbe fatto per paura. O perché si sentiva, secondo i legali del “Rapporto WSW”, più legato ai colpevoli che alle vittime. Nel Rapporto queste connessioni rimangono non specificate, così come incerti appaiono i nessi temporali, denunciano ancora i due giuristi.
Durante la presentazione del “Rapporto Gercke”, martedí 23 marzo scorso a Colonia, il cardinale Rainer Maria Woelki ha sottolineato la necessità di modificare il diritto canonico relativo agli abusi. Il porporato ha evidenziato l’errore di prospettiva - «tutto dalla parte degli autori degli abusi» - che vede negli violenze solo la rottura del voto di celibato. Nonché vere e proprie contraddizioni tra le linee guida della Conferenza episcopale tedesca e il diritto canonico della Chiesa universale. Per esempio, rifiutandosi di distruggere gli atti relativi agli abusi, il cardinale Woelki, paradossalmente, contravverrebbe ad alcune leggi ecclesiastiche del diritto canonico.