La Santa Sede alle Nazioni Unite di New York: la libertà religiosa
Il 19 marzo, si è tenuto virtualmente un incontro del tipo Arria-Formula sul tema Religione, Credo e Conflitti, focalizzato sulla protezione dei gruppi religiosi in situazioni di conflitto e dell’importanza dei credenti sulla risoluzione dei conflitti.
I meeting di tipo Arria sono incontri informali di membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Prendono il nome da Diego Arria, che nel 1992, da ambasciatore del Venezuela presso le Nazioni Unite, organizzò un incontro informale per ascoltare la testimonianza di padre Joko Zorko sulle violenze che stavano scoppiando nella ex Jugoslavia.
L’incontro del 19 marzo si è tenuto virtualmente, e l’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York.
Ricordando la visita di Papa Francesco in Iraq, l’arcivescovo Caccia ha notato come il conflitto in corso nel Paese abbia colpito “l’eredità religiosa del Paese e i luoghi di culto” e che affermato che “il tratto distintivo della pulizia etnica e degli atti di genocidio” è proprio di attaccare i siti religiosi, e non solo le comunità religiose.
L’arcivescovo Caccia ha dunque incoraggiato la comunità internazionale a non confondere le ideologie estremiste violente di quelli che sostengono di essere religiosi con quelli che, in fedele accordo con I principi della loro fede, cercano di promuovere un cambiamento positivo nelle loro società.
La speranza della Santa Sede è quella che la comunità internazionale alla fine “riconosca gli sforzi degli autentici attori religiosi che lavorano per promuovere la pace e la riconciliazione”.
FOCUS PAPA FRANCESCO
Cinquecento intellettuali scrivono a Papa Francesco sulla Siria
Più di 500 personaggi da tutto il mondo, alcuni di origine siriana, hanno chiesto a Papa Francesco di lavorare perché le misure coercitive sul popolo siriano siano abolite.
A dieci anni dall’inizio del conflitto in Siria, i firmatari della lettera che le misure di embargo hanno causato “una tragedia umana che tende a diventare una situazione catastrofica se non viene affrontata velocemente”, in particolare perché “ci sono alcuni poteri pronti persino ad aumentare le restrizioni. “La guerra dei terroristi e le sanzioni hanno causato la sofferenza del popolo siriano per mancanza di cibo e aiuti umanitari di varie tipo”.
La lettera nota anche che, prima del 2011, la Siria era uno dei maggiori produttori di grano del Medioriente. I firmatari hanno anche chiesto a Papa Francesco di “agire urgentemente, altrimenti la situazione in Siria peggiorerà e andremo ad affrontare una ripetizione della catastrofe che ha fatto capitolare l’Iraq come risultato delle sanzioni del 2003.
Anniversario della elezione di Papa Francesco, due auguri particolari
Tra i messaggi di auguri a Papa Francesco per l’anniversario della sua elezione, caduto il 13 marzo scorso, due vanno segnalati in particolare: quello del presidente dell’Azerbaijan Aliyev e quello del presidente della Bielorussia Lukashenko.
L’Azerbaijan sta finanziando importanti opere di restauro nelle Catacombe attraverso una fondazione presieduta dalla moglie del presidente, e tuttavia c’è una certa preoccupazione internazionale per via del destino delle opere cristiane in Nagorno Karabakh dopo il conflitto che si è risolto in favore del’Azerbaijan. Si è parlato persino del rischio di un genocidio culturale.
La Bielorussia ha invece vissuto una difficile situazione a seguito delle proteste contro le elezioni di agosto. Lukashenko ha più volte accusato la Chiesa cattolica, ha persino chiesto una Chiesa cattolica nazionale, ma le relazioni erano diventate particolarmente tese quando l’arcivescovo di Minsk Tadeusz Kondrusiewicz non aveva potuto far ritorno in patria ed era stato costretto all’esilio per mesi. La Santa Sede ha inviato l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri” vaticano, poi l’arcivescovo Mennini e quindi l’arcivescovo Claudio Gugerotti come inviato speciale, fino ad ottenere che l’arcivescovo Kondrusiewicz rientrasse in patria poco prima del compimento del 75esimo anno di età, momento in cui tutti i vescovi sono tenuti a rassegnare le proprie dimissioni. Così ha fatto Kondrusiewicz. Papa Francesco ha subito accolto le dimissioni, e c’è ora un amministratore apostolico. Questo ha un po’ alleggerito i rapporti con il governo.
Nel suo messaggio, il presidente Azero Aliyev mette in luce “l’attuale alto livello di relazioni tra Azerbaijan e Santa Sede”, e sottolinea che “l’avanzamento di queste relazioni è particolarmente significativo per l’Azerbaijan” con lo scopo di promuovere il dialogo interculturale e interreligioso.
Il presidente Aliyev ha affermato di auspicare che “le esemplari relazioni di cooperazione tra l’Azerbaijan e la Santa Sede continuino a servire la causa di formare un ambiente di mutua fiducia tra le civiltà, proteggendo le religioni e l’eredità culturali e assicurando il trionfo dei valori universali”.
Il presidente Lukashenko anche ha sottolineato “la ricca storia e il profondo rispetto” che ha sempre caratterizzato “le relazioni tra Santa Sede e Bielorussia”, e ha spiegato che l’esperienza degli ultimi mesi “prova che il livello esistente di mutua comprensione ci aiuta a trovare soluzioni ad ogni domanda in una atmosfera di fiducia”.
Lukashenko ha messo in luce che l’unità di vedute tra Bielorussia e Vaticano “aiuta a promuovere iniziative congiunte per mantenere la stabilità regionale e il dialogo tra le fedi”.
Gli avvocati cattolici in Africa appoggiano la decisione dell’ex Sant’Uffizio sulle coppie omosessuali
Il responsum della Congregazione della Dottrina della Fede con cui si stabilisce che non si possono benedire coppie omosessuali ha creato anche un terremoto civile – diplomatico. L’Associazione Cristiana di Nigeria, facendosi forza sul responsum dell’ex Sant’Uffizio, ha chiesto che il pronunciamento del Papa porti ad un rovesciamento delle politiche e leggi a favore delle coppie omosessuali approvate da alcune nazioni africane.
A onor del vero, solo 22 Paesi africani su 54 hanno approvato le relazioni tra persone dello stesso sesso, sebbene il Sudafrica resti l’unica nazione africana ad aver legalizzato il matrimonio omosessuale.
Prendendo le mosse dal testo del responsum, la CAN ha chiesto ai governi, specialmente in Africa, di abolire la possibilità del matrimonio omosessuale. È stato spesso denunciato che gli aiuti internazionali arrivano in Africa a patto che i governi africani si adeguino ad una agenda di riforme strutturali che includono, tra le altre cose, anche l'introduzione di alcune leggi pro-LGBT. Papa Francesco ha spesso parlato di colonizzazione ideologica.
FOCUS EUROPA
COMECE, si è tenuta la plenaria di primavera
Si è tenuta online la “assemblea di primavera” della ommissione delle Conferenze Episcopali dell’UE (COMECE), presieduta dal Cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo.
La plenaria ha avuto luogo dal 17 al 18 marzo, e ha visto anche la presenza di Margaritis Schinas, vice presidente. Questi ha riconosciuto l’impegno della Chiesa ad impegnarsi nel progetto europeo.
Nel dialogo con Schinas, i vescovi hanno parlato anche di alcuni dei temi più cruciali dell’agenda Europea: dal processo di risanamento finanziario alla ripresa dopo il COVID. Schinas e i vescovi “hanno enfatizzato l’importanza di avere politiche UE centrate sul popolo e sui valori” in modo “da proteggere i poveri ed i più vulnerabili, specialmente alla luce delle condizioni socio economiche in peggiornamento a causa della pandemia.
Il vice commissario Schinas – che è anche il responsabile per la commissione Europea del dialogo sull’articolo 17 – ha riconosciuto l’impegno della Chiesa nel promuovere il progetto europeo.
Nella conversazione, si è parlato anche del Patto EU su Migrazione e Asilo proposto nel settembre 2020 dalla Commissione Europea.
I vescovi hanno sottolineato di dover “lavorare per garantire il pieno rispetto del diritto individuale di chiedere asilo per chiunque raggiunga il territorio dell'UE, senza respingimenti ai nostri confini".
Il comunicato della COMECE sottolinea anche che “il cambiamento climatico e il suo impatto ecologico nei paesi terzi stanno provocando un grande afflusso di migranti nell'UE. Il Green Deal dell'UE sarebbe vantaggioso non solo per l'UE, ma anche per le popolazioni di paesi terzi che subiscono gli effetti del cambiamento climatico nella loro vita quotidiana ”.
Tra i temi di discussione, anche la questione della libertà religiosa, in particolare il modo in cui è stata ristretta in tempo di COVID.
Il nunzio in Serbia incontra il nuovo patriarca ortodosso
Il 12 marzo, il nuovo patriarca della Chiesa Ortodossa Serba Porfirije ha ricevuto l’arcivescovo Luciano Suriani, nunzio apostolico.
Il Patriarca Porfirije ha chiesto al nunzio di portare al Papa la sua gratitudine per i suoi desideri, e in particolare per la sua “prontezza ad aprire, supportare e accudire un dialogo con la Chiesa Ortodossa, e con la Chiesa Ortodossa Serba in particolare.
Gli interlocutori si sono trovati d’accordo sul fatto che ci sono sfide e tentazioni che “minacciano non solo i valori alla base dell’Europa e del mondo, ma anche la dignità umana”.
FOCUS AMBASCIATORI
L’ambasciatore di Haiti presso la Santa Sede ha presentato le sue credenziali
Il nuovo ambasciatore di Haiti presso la Santa Sede è un laureato in missiologia, cattolico, che ha insegnato prima di cominciare la carriera diplomatica all’interno del Ministero degli Affari Esteri a partire dal 2011.
Jean Jude Piquant ha presentato le sue credenziali a Papa Francesco il 19 marzo. Sposato con due figlie, Piquant ha studiato tra Canada e Stati Uniti, e il suo ultimo incarico è stato quello di capo di Gabinetto del Ministero degli Affari Esteri e dei Culti (tra il 2018 e il 2019).
Haiti e Santa Sede hanno relazioni dal XIX secolo, quando fu eretta una delegazione apostolica, che poi fu elevata al rango di internunziatura. La nunziatura fu istituita il 17 ottobre 1938.