Roma , giovedì, 18. marzo, 2021 14:00 (ACI Stampa).
Padre Tullio Locatelli, originario di Terno d’ Isola in provincia di Bergamo è dal 2018 superiore generale della Congregazione di San Giuseppe, i Giuseppini del Murialdo, l’11° successore di san Leonardo Murialdo che ha fondato la congregazione a Torino nel 1873 a servizio dei giovani poveri e del mondo del lavoro. Oggi i Giuseppini sono più di 500 confratelli, sparsi in circa 105 case, presenti in 16 Paesi del mondo.
A lui abbiamo chiesto una lettura della Patris corde la lettera del Papa per l' Anno di San Giuseppe.
L'Ordine religioso che lei guida ha avuto grande attenzione, fin dalle sue origini, per la figura di San Giuseppe. Qual è stato il suo primo pensiero?
Da tempo vi era una domanda tra noi Giuseppini del Murialdo, e tra diverse congregazioni che si ispirano a san Giuseppe: cosa farà Papa Francesco in occasione del 150mo anniversario della proclamazione di san Giuseppe a patrono della Chiesa universale? L’8 dicembre 2020 abbiamo avuto la risposta: una lettera apostolica, la “Patris corde”, che non solo presenta la figura di san Giuseppe, ma proclama anche un anno dedicato a san Giuseppe con la possibilità di acquisire l’indulgenza plenaria. Un bel regalo, una prima volta nella storia. Ci siamo detti: è vero che san Giuseppe è l’uomo del silenzio, ma noi non possiamo fare silenzio su san Giuseppe. E così sono diverse le attività messe in campo per questo anno giuseppino. Non possiamo che dire: grazie Papa Francesco.
Nella lettera, il pontefice fa riferimento a San Paolo VI. Infatti, Montini, viene citato più volte nel testo. Si legge, riguardo a Giuseppe, che " la sua paternità si è espressa concretamente «nell’aver fatto della sua vita un servizio, un sacrificio, al mistero dell’incarnazione e alla missione redentrice". Qual è la missione dei Padri giuseppini nel mondo d’oggi? Quale missione al servizio della Chiesa?