Città del Vaticano , mercoledì, 17. marzo, 2021 17:00 (ACI Stampa).
Oggi si arriva alla Basilica Papale di San Paolo sulla via Ostiense, luogo dove è custodita la tomba dell’ Apostolo delle Genti.
La basilica che vediamo oggi è la ricostruzione ottocentesca di quella paleocristiana. E’ una notta estiva del 1823, il 15 luglio, quella che portadistruzione a Roma. La Basilica di San Paolo all’ Ostiense brucia in un rogo che la distrugge. Roma ne viene violentemente segnata. San Paolo era rimasta sostanzialmente la stessa da quando era stata costruita, le sue colonne, una selva di magnifiche colonne sono spolia dei monumenti dell’antica Roma, e saldavano la memoria della città pagana con l’anima della capitale del cattolicesimo.
Ad affrontare la rinascita di San Paolo viene chiamato Leone XII eletto Papa circa due mesi dopo l’incendio.
Ma molto più antica è la storia monastica della abazia a fianco alla basilica.
La testimonianza più antica della presenza dei monaci è il Praeceptum, di Gregorio Magno (590-604)che si conserva nel museo lapidario paolino all’interno dell’Abbazia. Una iscrizione in cui si fa menzione di un monastero femminile dedicato a S. Stefano. Nel Liber diurnus si ha invece la prima testimonianza del monastero maschile dedicato a San Cesario martire, ma già il monastero era in rovina.