Roma , venerdì, 12. marzo, 2021 17:00 (ACI Stampa).
La tappa del cammino stazionale oggi è in pieno centro a Roma. Si arriva a San Lorenzo in Lucina. Lucina era la matrona romana che abitava nella casa dove ora sorge questa chiesa che ospitò quasi certamente il Pontefice Marcello nell'anno 308.
Nella basilica fu eletto Papa Damaso nel 366, e la dedica al diacono Lorenzo si aggiunge forse a partire dal VI secolo. Ancora oggi si vede un tratto di muro della basilica del IV dalla piazza, all’angolo sinistro della facciata. Per il resto quasi tutta la basilica paleocristiana è crollata nel XI secolo, quando è stata ricostruita e quando sono stati aggiunti il portico e il campanile.
Nel XVI secolo poi è stato alzato il pavimento dentro la chiesa per adeguarlo alla piazza, che nei secoli si era rialzato di quasi due metri. Sotto la chiesa si possono visitare i grandi scavi fatti negli Anni 80 e 90 con un’edificio romano del III secolo, le fondazioni della basilica cristiana del IV secolo e il suo battistero. La chiesa conserva ancora quello che per la tradizione è la graticola del martirio di Lorenzo, diacono del III secolo, arso vivo per il suo rifiuto di consegnare i soldi della Chiesa allo Stato.
Come tutte le chiese di Roma anche questa subì notevoli rifacimenti.
Il più completo fu quello di Pasquale II (vi è ancora la sua cattedra con iscrizione) ed anche più tardi con il portico caratteristico e il campanile entrambi duecenteschi. La chiesa fu trasformata in stile barocco. Tra le opere d’arte custodite a San Lorenzo il prezioso Crocifisso del possente genio di Guido Reni riprodotto nel supremo anelito dell'immolazione. Nella Cappella Fonseca, disegnata dal Bernini, si trova il busto marmoreo di Gabriele Fonseca opera dell’artista e, sulla parete sinistra, la Gloria della Madonna di Santa Maria Maggiore, tela del 1706: qui, un volo di angeli porta in trionfo nella gloria celeste l’icona della Salus Populi di Santa Maria Maggiore, come attesta un’iscrizione.