Città del Vaticano , giovedì, 11. marzo, 2021 13:00 (ACI Stampa).
Lo scorso anno, la Colletta di Terrasanta si è tenuta il 13 settembre, e non il Venerdì Santo, come di consueto, perché il mondo era fermato dalle misure contro la pandemia e non c’erano nemmeno celebrazioni con i fedeli. Sono stati raccolti circa 27,9 milioni dollari, che sono serviti a finanziare opere come il restauro della Basilica della Natività di Betlemme, ma anche opere per le comunità locali, e persino la creazione di una piattaforma, Terra Santa School, per la Didattica a distanza. Quest’anno, l’appello ai fedeli è di “non ignorare le situazioni di bisogno e difficoltà dei nostri fratelli e sorelle che vivono nei Luoghi Santi”, ha scritto il Cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, nel consueto appello annuale per la Colletta.
Un po’ di storia. La Colletta avviene durante il Venerdì Santo, ed è la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai luoghi santi. È lo strumento voluto dai Papi per testimoniare in maniera concreta il legame tra i cristiani del mondo e i Luoghi Santi, e stabilito con precisione in favore della Terrasanta dallo statuto “Nobis in Animo” che San Paolo VI promulgò nel 1976.
Quali le attività portate avanti dalla Custodia di Terra Santa attraverso la colletta? Quella di custodire i Luoghi Santi, favorire la presenza cristiana, fare attività di solidarietà e mantenere strutture pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali. Beneficiano della Colletta i territori di Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia e Iran.
Nella sua lettera di appello, il Cardinale Sandri ricorda che quello del 2020 è stato “un anno di prova”, caratterizzato dalle “strade deserte intorno al Santo Sepolcro e alla Gerusalemme vecchia”. Un anno durante il quale i cristiani in Terrasanta “hanno sofferto un isolamento che li ha fatti sentire ancora più lontani, tagliati fuori dal contatto vitale con i fratelli provenienti dai vari Paesi del mondo”.
L’assenza dei pellegrini, nota il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha portato alla perdita di posti di lavoro, mentre la pandemia si è aggiunta, in molti Paesi, “al persistere della guerra e delle sanzioni”.