Berlino , giovedì, 11. marzo, 2021 12:30 (ACI Stampa).
Il prossimo 27 maggio, a Berlino Est, sarà posta la prima pietra di un edificio chiamato “La Casa di Uno”, un luogo di preghiera che accolga Cristiani, Ebrei e Musulmani e che in Germania stanno già chiamando, in maniera un po’ ironica, “Chiesmoscagoga”.
Il progetto è stato in realtà pianificato per oltre dieci anni, e l’edificio andrà a prendere il posto di una delle chiese demolite dalla DDR durante il periodo sovietico di Berlino Est, in quella che è rimasta, nonostante la riunificazione, una zona di Berlino fortemente colpita dal periodo sovietico tanto che resta quella meno credente della città. Costerà 47 milioni di euro, e avrà il compito di simboleggiare una nuova avventura di dialogo tra le fedi.
Un progetto diverso da quello dell’Abrahamic Center di Abu Dhabi, pensato dopo la Dichiarazione sulla Fraternità Umana firmata da Papa Francesco e dal Grande Imam di al Azhar nella capitale degli Emirati Arabi Uniti. Un progetto anche diverso da quello annunciato dal presidente Salih in Iraq, appena dopo l’incontro interreligioso di Papa Francesco nella Piana di Ur con i rappresentanti di tutte le religioni. Ma è un progetto comunque simile, che si inserisce in quello spirito di unità fra le religioni che viene molto promosso oggi.
L’edificio di Berlino è stato progettato dall’architetto Kuehn Malvezzi, e incorporerà in un unico edificio una chiesa, un moschea e una sinagoga collegati a uno spazio di incontro centrale. Ci sarà anche un centro conferenze, dove tenere dialoghi interreligiosi, anche con fedeli di diverse denominazione e persino non credenti.
Roland Stolte, un teologo cristiano che ha aiutato nel primo sviluppo del progetto, ha spiegato che inizialmente “si voleva costruire una casa di preghiera e di insegnamento, dove queste tre religioni potessero coesistere mantenendo ciascuna la loro identità”.