Città del Vaticano , martedì, 9. marzo, 2021 18:00 (ACI Stampa).
Tornando dall’Iraq, Papa Francesco ha fatto sapere che una delle motivazioni decisive per andare è venuto dalla conoscenza delle vicissitudini del popolo yazida, e in particolare del Premio Nobel Nadia Murad, la yazida resa schiava dell’ISIS che è poi scappata ed è diventata una delle voci più forti a denunciare la persecuzione e che ha incontrato il Papa in due occasioni e che gli ha regalato la sua autobiografia L’ultima ragazza. Quello che il Papa non aveva visto era la lista aggiornata con i prezzi degli schiavi che mostravano il traffico di esseri umani operato dall’ISIS. Il Papa però ha ricevuto in dono la lista che risaliva al 2014, l’anno in cui il sedicente Stato Islamico aveva invaso la Piana di Ninive.
A consegnare al Papa “la lista” è stata Eva Fernandez, giornalista di COPE, che ha fatto da tramite di Aiuto alla Chiesa che Soffre. Nelle mani del Papa sono finite dunque la “yizia”, vale a dire l’imposta chiesta dall’ISIS ai cristiani e a tutti i non musulmani perché rimanessero a Mosul, e un documento con i prezzi di vendita delle donne schiave cristiane e yazide. Inoltre, ha consegnato al Papa diverse foto di case di cristiani della città di Mosul marcate con la lettera N (nunt), con cui nel Corano ci si riferisce ai cristiani, denominati appunto “nazareni”.
La lista di prezzi era parte di un opuscolo distribuito dai miliziani del sedicente Stato Islamico alla fine del 2014. Nel pamphlet, le donne erano raggruppate nella stessa categoria del mercato del bestiame e in una descrizione si lamentava un drammatico calo del fatturato. I prezzi venivano elencati come: yazidi o donne cristiane 40-50 anni di età per $ 43; 30-40 anni di età, $ 75; 20-30 anni di età, $ 86; da dieci a 20 anni di età, $ 130; da 1-9 anni di età, 172 $.
Quello che il Papa non ha visto è il nuovo rapporto che mostra come, sei anni dopo la presa di Mosul, ancora il Daesh continui a vendere schiave. L’ultima ritrovata dalla polizia turca era una ragazzina di appena 7 anni, che posava per eventuali compratori, mentre nel luglio 2020 una donna yazida di 24 anni è stata salvata dai suoi parenti in Australia che la hanno “comprata” ad una vendita online.
Una situazione raccapricciante, che ha radici ben più profonde.