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Stazioni quaresimali, la basilica di San Lorenzo fuori le mura

Una chiesa cimiteriale al centro di un popoloso quartiere romano

Sana Lorenzo fuori le mura  |  | Aci Stampa Sana Lorenzo fuori le mura | | Aci Stampa

La stazione della III domenica di Quaresima ci porta lontano dal centro antico, a San Lorenzo fuori le mura. Oggi il quartiere porta il nome di Lorenzo, uno tra i quattro martiri più venerati dall’antica Chiesa romana insieme a Pietro, Paolo e Agnese. L’enorme venerazione per questo diacono del III secolo, famoso per come ha usato le risorse della Chiesa per aiutare i poveri, ha portato alla creazione di un complesso di tre grande chiese costruite tra il IV e il XIII secolo.

La chiesa attuale è composta dalle due ultime, costruite nel VI e nel XIII secolo. Sotto l’altare della basilica si trova ancora la tomba del santo, seppellito qui a metà del III secolo in una piccola catacomba. La prima basilica, costruita nel IV secolo dall’imperatore Costantino, non si vede più ma alcuni suoi resti sono stati ritrovati dopo i bombardamenti sul quartiere di S. Lorenzo durante la Seconda Guerra Mondiale.

Il nucleo di tutto il santuario è oggi la basilica costruita da Papa Pelagio alla fine del VI secolo. Questa piccola basilica con gallerie viene trasformato nel presbiterio della chiesa medievale demolendo la sua antica abside e girando l’asse della prima chiesa di 180 gradi. Per questo l’arco absidale della chiesa di Pelagio conserva i suoi bei mosaici antichi sul lato rivolto verso l’attuale presbiterio e le gallerie. L’ultimo grande devoto di S. Lorenzo, il più romano di tutti i santi, fu Pio IX, che si è fatto seppellire nell’antica basilica di Pelagio.

Si può vedere il sarcofago dove riposa il Beato Pio IX, la cui salma fu oggetto di fitta sassaiola, armata da facinorosi, nella notte in cui il corpo del Papa venne traslato in questa chiesa, lungo le vie di Roma.

Il campanile romanico, adorno di lecci che si leva alto sopra l'immenso cimitero romano del Verano.

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Il legame della basilica con la città è molto forte. Come dimenticare il bombardamento del 19 luglio del ’43, quando la basilica vene semi distrutta con il quartiere. Come dimenticare che Papa Io XII arrivò ben due volte a confortare la gente, e la sua veste bianca si macchiò di sangue.

Nel piccolo giardino di fronte alla basilica c’è una statua che lo ricorda, ma lo ricorda soprattutto il cuore dei romani.