La Regione Autonoma del Kurdistan Iracheno è stata ufficialmente riconosciuta con l’introduzione della nuova Costituzione del 2005, e comprende i quattro governatorati di Dohuk, Erbil, Halabja e Sulaymaniya. Confina con Iran, Turchia e Siria.
Il presidente Barzani ha twittato: “All’inizio della sua visita in Kurdistan, sono onorato di ricevere Papa Francesco a Erbil. Riaffermiamo il nostro continuo impegno per la pace, la libertà religiosa e la fraternità. Chiniamo il capo di fronte agli eroici peshmerga e a tutti i martiri sulla strada della pace della libertà di tutti gli iracheni”.
Nell’incontro con Papa Francesco, il presidente Barzani ha tenuto un breve discorso, in cui ha ringraziato il Papa per la sua presenza nel territorio. Quindi, dopo l’incontro con le autorità, Papa Francesco ha anche incontrato l’ex presidente Mas’ud Barzani, che è anche il capo delle forze peshmerga che hanno supportato nella lotta contro l’ISIS ed è adesso leader del Partito Democratico del Kurdistan. “Tutto il popolo del Kurdistan è contento di riceverla, di tutte le religioni”, ha detto Mas’ud Barzani.
Papa Francesco ha risposto ringraziando per l’accoglienza, e “soprattutto per l’accoglienza che hanno avuto per i cristiani perseguitati”.
Papa Francesco ha apprezzato il ruolo della Regione del Kurdistan nell'accogliere le componenti religiose e nazionali e nel consolidare la pacifica convivenza tra di loro. Il Papa ha detto di non aver dimenticato il Kurdistan, sottolineando che la regione del Kurdistan è diventata una casa e un rifugio per i cristiani. Papa Francesco ha sottolineato che la visita del presidente Barzani e del capo del governo regionale, Masrour Barzani, è stata per lui una grande motivazione per visitare la regione del Kurdistan.
Papa Francesco aveva ricevuto il primo ministro Masrour Barzani in udienza il 19 febbraio 2020. Commentando l’incontro, Barzani aveva detto di aver espresso al Papa “la gratitudine del nostro popolo, abbiamo chiesto supporto e preghiera per il benessere della popolazione e la stabilità”, e ha ricordato che “il Kurdistan è diventato una via di stabilità per molte persone in fuga dall’ISIS e anche dalla povertà”. Al tempo, in Kurdistan si trovavano oltre un milione di rifugiati, e 80 mila provengono dalla Siria.
Barzani era in Italia in un tour che ha fatto seguito alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza. Durante la conferenza, Barzani ha denunciato che nella regione autonoma del Kurdistan iracheno ci sono più di 60 attacchi terroristici al mese.
Nei suoi due giorni tra Italia e Vaticano,
Barzani aveva incontrato anche, il 18 febbraio 2020, il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano. I due avevano avuto anche un colloquio in Iraq, durante la visita di Natale 2018 del Segretario di Stato, durante la quale il Cardinale aveva ringraziato Barzani per come aveva gestito la crisi del 2014 e avere accolto tanti cristiani.
Nel colloquio in Vaticano del 18 febbraio, Barzani ha aggiornato il segretario di Stato sul supporto del governo del Kurdistan per la coesistenza religiosa nella regione, considerando che il Kurdistan è diventato un approdo per diverse minoranze.
Secondo un comunicato del governo, Barzani ha anche spiegato al cardinale la sua agenda amministrativa per la regione del Kurdistan, inclusi gli sforzi per fornire migliore tenore di vita alle persone, sviluppare settori economici e privati e sollevare il livello di sicurezza e stabilità.
Da parte sua, il Segretario di Stato vaticano ha confermato il supporto vaticano per la regione del Kurdistan in generale e per un rafforzamento degli incontri, e – sempre secondo il governo curdo – ha anche lodato la lotta dei Peshmerga curdi contro lo Stato Islamico per proteggere le minoranze a rischio e lo sforzo della Regione del Kurdistan per essere un modello di coesistenza religiosa.
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Papa Francesco ha incontrato anche il presidente iracheno Barham Salih il 25 gennaio 2020. Era il secondo incontro tra i due, e si era concentrato in particolare sul tema del contributo dei cristiani alla costruzione della nazione. Già si pensava a un viaggio del Papa in Iraq, poi rinviato per via della pandemia.