Qaraqosh , domenica, 7. marzo, 2021 12:30 (ACI Stampa).
Ci sono tre luoghi simbolo, tre chiese che raccontano la caduta e la rinascita dell’Iraq, la persecuzione dei cristiani, la voglia dei cristiani di ricostruire una nazione in cui ad essere a rischio è prima di tutto la fiducia. Per tornare nel Paese servono le chiese, e le chiese portano con loro una memoria anche dura, difficile da digerire.
A Mosul, c’è una chiesa, chiamata al-Saa’a, Santa Maria dell’Ora. La chiesa è stata sede della predicazione dei domenicani, in varie lingue. Per esempio, a Mosul i cristiani parlano arabo, non aramaico, ma a Qaraqosh e Alqosh parlano il surat, che è un aramaico vernacolare. E fu proprio a Mosul, all’incrocio di due strade, che i domenicani hanno costituito la prima tipografia dell’area, e questa tipografia ha stampato anche la prima grammatica curda.
Il restauro della chiesa di al-Saa’a è parte di un ampio programma, Revive the Spirit of Mosul (Ravvivare lo Spirito di Mosul) lanciato attraverso l’UNESCO e supportato da molti governi. Tra i finanziatori, gli Emirati Arabi Uniti, anche sulla scorta della Dichiarazione sulla Fraternità Umana firmata da Papa Francesco e dal Grande Imam di al Azhar Ahmed bin-Tayyeb il 4 febbraio 2019.
Il programma dell’UNESCO prevede anche il restauro della cattedrale siro cattolica di al Tahera (La purissima), nelle cui rovine si celebrò una Messa per la pace già il 28 febbraio 2018.
È quasi omonima la cattedrale di al-Tahira, la più grande chiesa di Bakhdida, che è il nome aramaico di Qaraqosh. È una chiesa costruita tra il 1932 e il 1948, grazie alle donazioni dei contadini della piana di Ninive. È una chiesa grande, con un edificio che può ospitare 2500 persone, distribuite nelle sue tre navate. Alla fine della navata centrale, c’è un cortile intorno al quale si trovano gli edifici parrocchiali, una cappella della Madonna e l’antica chiesa di Al-Tahira.