Città del Vaticano , mercoledì, 7. ottobre, 2015 10:30 (ACI Stampa).
Udienza tutta dedicata al Sinodo della famiglia per Papa Francesco. E udienza tutta dedicata alla famiglia, “la Carta costituzionale” della Chiesa, che “è e deve essere la famiglia di Dio.” Con una preghiera speciale per i padri sinodali. “Possa il loro entusiasmo avere lo slancio di una Chiesa che abbandona le vecchie reti e si rimette a pescare confidando nella parola del suo Signore.”
Dopo un lungo giro per la piazza, in una Roma assolata, il Papa si riferisce subito al Sinodo dei vescovi, e chiede che questo sia accompagnato con “la nostra preghiera e la nostra attenzione.” C'è un gruppo di rifugiati iracheni, e Papa Francesco li saluta al termine della sintesi dell'udienza in arabo.
Nell'udienza, il Papa sottolinea la necessità di una “robusta iniezione di spirito famigliare,” in un mondo dominato dalla razionalità, che “pur essendo inclusivo nelle sue forme, ma nella realtà abbandona alla solitudine e allo scarto un numero sempre maggiore di persone.” La famiglia invece “apre per l’intera società una prospettiva ben più umana. Apre gli occhi dei figli sulla vita, rappresentando una visione del rapporto umano edificato sulla libera alleanza dell’amore. La famiglia introduce il bisogno dei legami di fedeltà, sincerità, fiducia, cooperazione, rispetto. Incoraggia a progettare un mondo abitabile e a credere nei rapporti di fiducia, anche in condizioni difficili. Insegna ad onorare la parola data, il rispetto delle singole persone, la condivisione dei limiti personali e altrui.”
La famiglia è insostituibile, perché porta attenzione “per i membri più piccoli, più vulnerabili, più feriti e persino più disastratati nelle condotte della loro vita,” atteggiamenti che vengono “assimilati dallo spirito famigliare, non certo dalla competizione e dal desiderio di autorealizzazione. Pur sapendo tutto questo non si dà alla famiglia il dovuto peso, e riconoscimento e sostegno, nell’organizzazione politica ed economica della società contemporanea.”
Il Papa chiede un maggiore riconoscimento della famiglia da parte delle istituzioni, perché in fondo “con tutta la sua scienza, la sua tecnica, la società moderna non è in grado di tradurre queste conoscenze in forme migliori di convivenza civile.”